Giobbe Covatta domani al Teatro Gasparrini di Appignano con “Scoop! (Donna Sapiens)”: «Le donne dalla mente nobile»

«Il gentil sesso ci è superiore perché è capace di mettere l’intelligenza al servizio di intenti superiori»

Giobbe Covatta domani al Teatro Gasparrini di Appignano con “Scoop! (Donna Sapiens)”
Giobbe Covatta domani al Teatro Gasparrini di Appignano con “Scoop! (Donna Sapiens)”
di Chiara Morini
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Venerdì 12 Aprile 2024, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 12:59

Irriverente ed esilarante, Giobbe Covatta porterà la sua comicità sul palco del Teatro Gasparrini di Appignano domani, sabato 13 aprile alle ore 21,15, con lo spettacolo “Scoop! (Donna Sapiens)” nel quale, per dimostrare le sue tesi, il comico attingerà a storia, sociologia e medicina. Uno scenario in cui il maschio ne uscirà perdente e ridicolo rispetto alla donna.

Covatta come nasce lo spettacolo?

«Semplice a un certo punto l’ho fatto e basta. Al di là degli scherzi, però io non ho mai un’ispirazione per uno spettacolo. Raccolgo spunti e appunti, riflessioni e pensieri, accumulo idee che poi con il tempo diventano un grappolo. A volte passano anni e quando ne ho raccolti tanti, per un argomento o tema, quando cioè il numero è alto, viene il momento di passare al secondo atto, la creazione dello spettacolo». 

Donna sapiens vuol dire che le donne sono superiori?

«Ho messo donna sapiens più perché homo sapiens sarebbe stato riduttivo, meglio donna sapiens, poco presa in considerazione».

In cosa sono superiori le donne, se lo sono?

«Non è tanto una questione di superiorità o meno, ma i meccanismi mentali delle donne sono più umani: una donna non ha mai inventato una guerra né l’ha fatta, sono i maschi quelli che le fanno. Non è tanto una questione di essere più o meno intelligenti, ma le femmine mettono la propria intelligenza al servizio di intenti più nobili».

Chi sono per lei le donne?

«Le rispondo con un esempio pratico. Mia moglie era incinta e, venuta da me, mi ha detto come “la chiamiamo”? Olivia.

E poi ha aggiunto “e se è maschio”? Io ero sicuro che fosse femmina e oggi ho una figlia di nome Olivia».

Le donne sono ancora considerate inferiori da alcuni uomini, le cronache purtroppo lo ricordano. Come mai secondo lei?

«Nell’evoluzione umana agli inizi eravamo contadini e allevatori. Poi la storia ha fatto capire all’uomo di un’altra tribù che poteva scambiare tre vacche con una donna: in quel momento è diventata merce di scambio ed è stato un casino. La storia o la preistoria hanno quindi creato un corto circuito».

La comicità e il teatro possono fare qualcosa?

«La comicità è un modo per aprire una conversazione. Lo dico all’inizio dello spettacolo non sono un divulgatore della superiorità femminile».

Se non avesse fatto il comico, Giobbe Covatta chi sarebbe stato?

«Non saprei, il Samurai? Scherzo m’è venuto in mente ora. Ma, a parte lo scherzo, proprio non saprei dirlo, non ne ho idea: il Giobbe Covatta di oggi è il risultato di un percorso, ognuno è il risultato della propria strada percorsa».

Lei, da comico, potrebbe mai immaginare un mondo senza comicità?

«E come farei? A parte che se esistesse davvero un mondo senza comicità io sarei disoccupato. Ma, anche qui a parte gli scherzi, se non ci fosse la comicità si avrebbero mondi come la Corea del Nord».

Se nel mondo le persone ridessero di più le cose andrebbero meglio?

«Sul meglio non so dire, forse meglio no. Ma di sicuro staremmo tutti senza incazzature. Secondo un vecchio proverbio è proprio inutile preoccuparsi».

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