Marche Teatro diventa "Tric"
cioè di rilevante interesse culturale

Marche Teatro diventa "Tric" cioè di rilevante interesse culturale
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Domenica 8 Marzo 2015, 18:57 - Ultimo aggiornamento: 19:15
ANCONA - "Tric". Non è un inganno "inglese" skappato, ma l'acronimo di "teatro di rilevante interesse culturale". Ed è questo che è diventato il consorzio Marche Teatro, da poco inserito nello sparuto novero delle 19 istituzioni pubbliche italiane di produzione di teatro dal vivo: si affiancano ai 7 "teatri nazionali", a sostituire nella riforma Franceschini i vecchi 68 "stabili".



La notizia, con giusto corredo di soddisfazione, è stata divulgata ieri mattina in Sala Giunta del Comune dal sindaco Valeria Mancinelli affiancata dall'assessore alla Cultura Paolo Marasca, dal presidente di Marche Teatro Gabriella Nicolini e dal direttore artistico Velia Papa. Quanto l'inserimento del teatro anconetano conterà sul piano dei finanziamenti statali, non è ancora stato divulgato, ma il sindaco assicura che dovrebbe trattarsi di "diverse centinaia di migliaia di euro".



Questo significa che vengono premiati gli sforzi fatti in quest'ultimo anno e mezzo da quando è stato messo in piedi il Consorzio Marche Teatro, portato in Italia a esempio di "buona pratica" federativa. Come osservava con orgoglio la Mancinelli, è un atto di ri-nascita culturale ed economica della struttura, e dell'attività teatrale che ha perno nel Teatro delle Muse, avviato a costituire, oltre che il centro culturale della città, "il cuore produttivo degli spettacoli dal vivo della regione" (Marasca e Nicolini). "Un dato non scontato – ha rincarato la prima cittadina – e da considerarsi eccezionale in considerazione della disastrata situazione patrimoniale da cui si era partiti".



Continuità produttiva, programmazione, qualità dei progetti e identità sono i punti di forza che hanno meritato a Marche Teatro il riconoscimento ministeriale. Ed è stata giustamente Velia Papa a illustrare i "campioni" del progetto triennale di produzione, in cui spiccano nomi importanti: Carlo Cecchi con "La dodicesima notte" recentemente applaudito alle Muse; Arturo Cirillo, che nella prossima stagione di prosa debutta con "Scende giù per Toledo" di Giuseppe Patroni Griffi; Marco Baliani che ha in cantiere "Trincea"; il marchigiano Alessandro Sciarroni con la nuova produzione "Aurora" accanto ai celebrati "Untitled", "Folk-s" e "Joseph"; la Compagnia MusellaMazzarelli, Glen Caci, Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre. "Sciarroni e Davide Calvaresi (7-8 chili) ci rappresenteranno presto al festival di Bergamo, ma senza dimenticare il Teatro del Canguro di Lino Terra che promuove il teatro tra i piccoli, Biosphera che ci rappresenterà a Expo 15, e Wise Project di Sonia Antinori e Roberta Biagiarelli. Produrre bene significa mandare in giro sui palcoscenici il nome e l'immagine delle Marche; produzione significa lavoro per i giovani e sviluppo per il futuro".



"Anche questo è un modo di essere capoluogo", ha concluso la Mancinelli annunciando un convegno in cui si torni a discutere sulla sostenibilità della spesa pubblica per la cultura e dell'integrazione con i contributi dei privati, dopo aver tenuto a chiarire che il distacco della Fondazione Muse dal consorzio è stato un atto dovuto al fine di non perdere ulteriori finanziamenti statali per la lirica e la musica, e che non altera la sinergia e il processo di ottimizzazione dei costi.
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