ANCONA «Giochi politici? Chissà. Ognuno è adulto e può valutare. Certo non è chiarissimo il criterio logistico. La scelta di Ancona forse è un modo per alleggerire l’attività dei porti del sud. Forse. Ma bisognerebbe chiederlo alla Meloni». Non vuole entrare in quello che lei stessa definisce “il teatrino della politica”, ma alla fine dei conti ne è stata risucchiata anche Valeria Mancinelli, sindaco di una delle città amministrate dal centro-sinistra scelte dal Governo per ospitare le navi cariche di disperati strappati al mare.
«Le polemiche non mi appassionano» diceva ieri, mentre un freddo pungente piombava sulla banchina 22 allestita ad hub per l’arrivo dei 37 migranti della Ocean Viking. «Coincidenze? È probabile che ci siano delle sfumature particolari, ma c’è un altro ragionamento da fare che riguarda l’opportunità della scelta di Ancona in relazione alle condizioni del mare e di chi deve essere soccorso. Io comunque non entro nel merito della questione perché ho un altro ruolo, quello di sindaco, e sono impegnata anche per queste persone e per garantire loro il massimo sostegno». Che la città di Ancona, con tutto il suo apparato istituzionale, non ha fatto mancare. E la risposta è stata all’altezza delle aspettative.
Nessuna sorpresa
«Ma non mi sorprende – ha detto la Mancinelli – e non avevo dubbi.
Il parere opposto
Di parere opposto - come il colore politico - l’assessore regionale alla Protezione civile, Stefano Aguzzi. «La scelta di Ancona rientra, a mio avviso, in una strategia per disimpegnare i porti del sud del Paese, da troppi anni sotto stress - sostiene -. È necessaria una presa di coscienza e di responsabilità in maniera più diffusa, purché ci sia una redistribuzione dei migranti monitorata e ben seguita».