Amianto, ora il killer silenzioso fa rumore: sopralluogo Ast a Monteciccardo, poi (l'ennesima) ordinanza. Intanto sono scintille tra Vitri (Pd) e Baiocchi (Fdl)

di Gianluca Murgia
Lunedì 3 Aprile 2023, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 16:11 | 2 Minuti di Lettura

Vitri (Pd): «Che fine ha fatto il tavolo tecnico regionale sull'amianto?»

Il Pd, con la consigliera regionale Micaela Vitri, ha interrogato sul tema presidente e assemblea legislativa della Regione Marche. L'interrogazione a risposta orale è sulla «Emergenza rivisitazione dei criteri degli aventi diritto al contributo per lo smaltimento dell’amianto» ricordando come «uno studio dell’ISS ha evidenziato che il carico sanitario stimato in Italia ammonta a circo 4.400 decessi nel periodo 2010-2016 dovuti all’esposizione all’amianto: 3.860 uomini (87,7%) e 550 donne; di questi 1.515 sono persone decedute per mesotelioma maligno (più dell’80% dei mesoteliomi è causata dall’amianto), 58 per asbestosi, 2830 per tumore polmonare e 16 per tumore ovarico. L’amianto è a tutt’oggi responsabile del 78% dei tumori sviluppati sul posto di lavoro e riconosciuti come tali negli Stati membri; nel 2019 più di 70.000 europei sono morti per le conseguenze dell'esposizione all'amianto sul luogo di lavoro. Si stima che attualmente siano esposti dai 4,1 ai 7,3 milioni di lavoratori, dei quali il 97% nel settore edile e il 2% nella gestione dei rifiuti».

I nervi scoperti sono sostanzialmente due: il gruppo tecnico regionale amianto, che è stato rinnovato dalla giunta ad ottobre con apposita delibera ma che ancora non ha dato segnali di vita, e i bandi «talmente restrittivi che avanzano soldi». Ovvero: nessuno riesce ad accedervi per aver risorse utili alla bonifica. Nel dettaglio Vitri chiede «come intende lavorare il Gruppo Tecnico Regionale Prevenzione Amianto per provvedere alla mappatura completa della presenza di amianto su tutto il territorio della regione Marche; se si intende, nel prossimo bando che la Regione emanerà per lo smaltimento amianto, rendere i requisiti meno restrittivi e quindi ampliare gli aventi diritto al contributo visto che, in particolare nel precedente bando, avevano diritto solo i residenti delle zone A e B (centro e periferie), mentre erano state escluse le zone C e D (agricole e industriali); se condivide la comprovata necessità di inserire tra gli aventi diritto anche gli immobili ubicati in zone urbanistiche C e D».

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