Amianto, ora il killer silenzioso fa rumore: sopralluogo Ast a Monteciccardo, poi (l'ennesima) ordinanza. Intanto sono scintille tra Vitri (Pd) e Baiocchi (Fdl)

di Gianluca Murgia
Lunedì 3 Aprile 2023, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 16:11 | 2 Minuti di Lettura

Il cold case di Monteciccardo: dal 2018 a oggi

A riscoperchiare il cold case di Monteciccardo è stato Alessandro Manchisi che, da 7 mesi, si è trasferito nella piccola municipalità pesarese «per andare a stare in un luogo lontano dall’inquinamento» e invece poi si è trovato come vicino di casa il cosiddetto killer silenzioso: un edificio contenente amianto deteriorato, quello che per intenderci ad ogni folata di vento sparpaglia nella zona fibre che se inalate possono provocare tumori. Si tratta di una superficie di 300 mq circa. Nel 2018, dopo un esposto, l'Asur a seguito di un sopralluogo aveva richiesto un provvedimento sindacale per la rimozione delle lastre al fine della valutazione dei rischi. L'operazione era stata eseguita a metà, perché alla rimozione non era poi seguita la determinante valutazione. Una situazione resa ancor più delicata dal fatto che allora il Comune era commissariato e la sua gestione era in capo a un commissario prefettizio. La valutazione, eseguita poi a ottobre 2019, è stata inequivocabile: rimozione delle lastre rotte entro 90 giorni e bonifica definitiva entro 12 mesi. Da allora il vuoto: un film già visto a Pesaro. Eclatanti, infatti, i casi analoghi di via Labriola, popoloso cuore di Pesaro a due passi dal Parco Miralfiore, o a Muraglia in via Compagni e all'ex Nava di Villa Fastiggi. A seguito di quella non esecuzione da parte del curatore fallimentare, il Comune di Monteciccardo si era sostituito al privato nel 2019 per la sola parte di copertura divelta, chiedendo poi indietro la somma spesa per l’operazione. La parte allora integra è rimasta sulla copertura dell’immobile. Nel frattempo Monteciccardo è passato sotto il Comune di Pesaro e la pratica si è arenata.

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