Montecopiolo e Sassofeltrio via dalle Marche, lentissima fuga: calendario fitto in Senato, il voto (forse) slitta

Il Senato
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di Véronique Angeletti
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Giovedì 20 Maggio 2021, 08:47

MONTECOPIOLO -  Fiato sospeso oggi nella Valconca. Il Senato vota la legge sul distacco di Montecopiolo e Sassofeltrio dalle Marche. L’appuntamento è ben inciso nel calendario del Senato ma la giornata è così fitta d’impegni che non è escluso che la discussione slitti alla prossima settimana. Mauro Baldacci dei “Comitati No Romagna” ringrazia il presidente Acquaroli per la sua iniziativa. «Troppi politici parlano della Valconca con un orologio che ha le lancette ferme a 14 anni fa». 

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Sulla posizione della Lega a favore dell’autodeterminazione precisa: «E’ un partito nato per dividere e la Lega romagnola mira ad aggregare i due comuni per far crescere la Romagna al fine di dividerla dall’Emilia». Si rammarica per quella dei Cinque Stelle che difende il Referendum come strumento. «Un partito nato da elettori che hanno cambiato idea e dovrebbe considerare le recenti petizioni pro Marche». Solleva il lato “umano” della sovranità popolare. «Più che di preoccuparsi di chi viveva 14 anni fa in questi territori, la politica deve occuparsi di chi ci vive adesso. La sovranità popolare deve essere quella di chi si è espresso firmando delle petizioni o con il voto. L’elettorato ha avuto un turn over del 35 % e dimostrato che aveva cambiato idea. Non ha eletto il sindaco uscente, paladino della secessione, ma Pietro Rossi appoggiato dai Comitati del No Romagna». Lato Pd, il vicepresidente del Consiglio regionale, Andrea Biancani sta al fianco del presidente Acquaroli. «E’ il momento di difendere, insieme, l’unità del Montefeltro e dei nostri territori. Va riaperto un percorso di ascolto con i cittadini». Ricorda il parere negativo della Regione e la mozione del Consiglio di sospensione dell’iter di cui era il primo firmatario, il 16 aprile 2019. 

«Il Pd resta della stessa idea e difende, come sta facendo in Parlamento Alessia Morani, l’appartenenza dei due Comuni alle Marche.

Il distacco sarebbe uno spreco di energie e di risorse da impiegare per rafforzare la collaborazione tra le due Regioni per migliorare la qualità dei servizi». Ed è proprio questa soluzione che l’onorevole Alessia Morani vede nel futuro. «Dobbiamo affrontare le criticità. Quelle della sanità, anche se diversi protocolli sono andati nella direzione auspicata dai cittadini ». Il che spiegherebbe il cambio in questi 14 anni di opinioni e rende superato l’esito del Referendum del 2007. Il voto dei senatori Cinque Stelle invece è un voto espresso a favore dello strumento del Referendum. «È nato per dare al popolo un margine d’intervento rispetto al Parlamento – commenta il senatore Sergio Romagnoli (M5S) che oggi interverrà in aula -. Ed è uno strumento in cui crediamo perché è espressione della volontà dei cittadini e, quindi, anche se è doloroso per noi marchigiani, deve completare il suo iter. Capisco bene che si tratti di una scelta divisiva ma è opportuno dire basta ad una politica che prima non agisce e adesso strumentalizza. Il problema – conclude - è che non ha un limite temporale. Ragione per cui, con la senatrice Rosella Accoto, attuale sottosegretaria alle attività produttive, abbiamo un anno fa, il 19 maggio 2020, depositato un disegno di legge per modificare la legge del 1970 e, nel caso di un’eventuale modifica del territorio, inserire il limite temporale di 5 anni, decorsi i quali sarà necessaria un’ulteriore consultazione». 

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