Secessione carissima, Montecopiolo rischia. Pericolo dissesto economico per il Comune che ha lasciato le Marche per la Romagna

Pietro Rossi, 30 anni, sindaco di Montecopiolo
Pietro Rossi, 30 anni, sindaco di Montecopiolo
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Martedì 15 Febbraio 2022, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 08:42

MONTECOPIOLO  - Apertis verbis: «Montecopiolo rischia il dissesto economico». Così ha scritto, in una lettera ai concittadini, il sindaco Pietro Rossi, 30 anni, in carica dal 27 maggio 2019. Lo aveva annunciato e sabato scorso lo ha fatto.

Se il futuro nasce dalla memoria, in questo caso il nero su bianco pubblicato dal primo cittadino è una minuziosa ricostruzione di quanto accaduto, dal giorno della sua elezione fino al 12 gennaio 2022, quando la sua ex Regione, le Marche, ha comunicato al commissario che sta seguendo il delicato passaggio di Montecopiolo in Emilia Romagna (avvenuto il 17 giugno 2021) la «cancellazione del contributo di 200.000 mila euro». Una «cifra vitale - ha ribadito il sindaco - per il bilancio comunale». I 200mila euro «sono stati stanziati dalla Regione Marche a copertura del bilancio e cancellati ingiustamente perché non siamo più un Comune marchigiano». Ma come si è arrivati a questa situazione? Lo spiega lui stesso. 

La premessa sui social: «Dopo 14 anni senza una chiara appartenenza territoriale ci si trova ora in una situazione assurda - ha scritto il sindaco -. Non sopporto e non permetterò di nuovo che siano i cittadini di Montecopiolo a pagare». Il sindaco, appena insediato, ha «scoperto un disavanzo di circa 700mila euro. Per semplificare - ha spiegato - di questi 700mila euro ben 200mila provenivano da “operazioni tecniche e di bilancio” riguardanti delle cappelle cimiteriali e degli oneri di urbanizzazione. Erano quindi dei crediti, mi hanno assicurato, che il Comune vantava dai privati e che bastava riscuotere. Mi sono però subito reso conto che la cosa non era affatto chiara, tanto che dovetti fare un esposto a cui sono seguite le indagini della Finanza». Nella lettera ai cittadini Rossi ha poi specificato che «buona parte delle somme caricate a bilancio sono risultate inesistenti ed inserite come debiti in capo ad alcuni cittadini che, in realtà, nulla devono al Comune». Accuse gravissime.

Nel frattempo Montecopiolo doveva evitare il commissariamento. «Per questo abbiamo chiesto aiuto alla Regione Marche, che ci ha concesso il finanziamento di 200mila euro, per competenza nel 2019 e per cassa nel 2022. Questo avrebbe dovuto coprire solo la parte che non fossimo riusciti a recuperare, ma dalle verifiche effettuate sono risultati recuperabili poco meno di 1.000 euro in tutto. Il resto è inesigibile. Lavoriamo a questa partita da tre anni e ora i nodi vengono al pettine. Dalle verifiche che abbiamo svolto questi crediti non hanno motivo di esistere, non sono reali. Ho personalmente chiesto più volte e pubblicamente gli atti delle cappelle cimiteriali all’ex sindaco, il quale ha sempre detto che erano in Comune. Ma qui non ci sono». 

Della situazione si sono interessati il senatore Croatti, Romagnoli e Barboni. Sugli oneri di urbanizzazione è andata anche peggio: «Dal confronto incrociato del nostro Ufficio Tecnico con i privati interessati risulta che hanno già pagato quanto dovuto e che nulla più gli compete». E ora? «Chi ha sbagliato deve pagare - ribadisce Rossi -.

Resto fiducioso che venga rispettata la legge per il passaggio di Regione, la quale garantisce che se quel finanziamento era già in corso deve essere finalizzato».

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