Furti a Villa Fastiggi, l'avvertimento dei residenti colpiti: «Avevamo il nemico in casa. La paura è diventata rabbia»

Fermato un clan croato che viveva in una roulotte in un campo vicino alle abitazioni colpite

Furti a Villa Fastiggi, l'avvertimento dei residenti colpiti: «Avevamo il nemico in casa. La paura è diventata rabbia». Nella foto il campo in cui viveva la famiglia croata fermata dalla polizia
Furti a Villa Fastiggi, l'avvertimento dei residenti colpiti: «Avevamo il nemico in casa. La paura è diventata rabbia». Nella foto il campo in cui viveva la famiglia croata fermata dalla polizia
di Gianluca Murgia
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Venerdì 3 Marzo 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 07:36

PESARO «Avevamo il nemico in casa». E non solo in senso figurato. Villa Fastiggi, il giorno dopo, è ancora più arrabbiata. «Stavano in una roulotte, nel campo vicino al carcere (in via Lago di Lesina, ndr), a due passi dalle nostre case» racconta Ivana, residente della zona. La sua famiglia si è trovata faccia a faccia con i ladri due volte in pochi giorni. «Alla paura iniziale si è sostituita la rabbia - sottolinea, chiedendo di non rendere noto il suo cognome per sicurezza -. Se è vero che questa banda aveva terreni qui è ancora più grave: i ladri erano, di fatto, nostri vicini di casa. Due domeniche fa ci hanno portato via l’oro. Domenica scorsa li ha messi in fuga mia madre sorprendendoli dietro casa con cappucci e passamontagna. Pioveva a dirotto, erano le 18.30. Immagini la scena. Il sospetto che fossero della zona c’era: troppi furti a colpo sicuro, a tutte le ore. L’escalation è stata quasi surreale, da film. Prima solo nei weekend e di notte, poi di giorno fino a quando hanno tentato di scardinare il Consorzio alle 14.15. Mio padre, che ha 60 anni, è stato uno di quelli che li ha inseguiti a piedi. Vede, un cittadino onesto e bravo se messo alle strette può reagire in tutte le maniere. E poi può succedere di tutto. Ora? La paura è che finisca con un nulla di fatto...». 


La prima ad essere colpita


«I ladri, da me, sono venuti il 10 febbraio: forse è stato il primo furto a Villa Fastiggi - racconta Manuela (il leitmotiv: «Non scriva il cognome, abbiamo ancora paura») -.

Sono uscita di casa alle 17.30 e tornata alle 18.30. Era già buio pesto. Ho il portone blindato ma visto che stavo via poco non l’ho chiuso completamente. Sono salita per le scale esterne e al momento di aprire ho visto che il portone era stato chiuso con i quattro giri. Ero perplessa. Poi ho sentito dei rumori all’interno. Così, sono scesa sul pianerottolo che si affaccia sul terrazzo della cucina, ho aperto la porta di vetro e ho visto tre persone incappucciate: una verso di me, due di spalle. Li ho sorpresi. Ho urlato “Che fate?”. Avevano scardinato la porta finestra, un lavoro di fino, e chiuso il portone dall’interno. Non si aspettavano che scendessi e guardassi dal pianerottolo. E quella sera ero rincasata prima. Forse mi avevano controllato da giorni. Qualche giorno prima avevo notato dei ragazzi che facevano footing, vestiti di nero, uno correva all’avanti e l’altro all’indietro. Hanno fatto in tempo a rubare un mio anello e la fede di mio marito. Ero terrorizzata da morire: sono riuscita a chiamare la polizia solo dopo un’ora. Dopo un minuto era lì. Ho poi saputo che avevano tentato il furto anche nella villa vicino casa mia. Ora? Resta la paura: l’altra sera, solo per andare a cena qui vicino con delle persone, mi sono fatta accompagnare da mio marito». Altra storia, altro sentimento. «Pensavo che Villa Fastiggi fosse un quartiere tranquillo - racconta una residente che vuole rimanere totalmente anonima, sempre per paura - Andavo a camminare tutte le sere, alle 7, con mia figlia. Al ritorno mi sono trovata tre ladri con passamontagna e torce accese in giardino. Uno alto e due bassi. Cercavano di salire sul terrazzo. Abbiamo iniziato a urlare a squarciagola. Da quella sera in taverna non ho più messo piede, abbiamo dormito tutti in un’unica stanza e io non vado più a camminare quando tramonta il sole. Ieri, per la prima volta, dopo aver montato l’allarme, una spesa non da poco in questo periodo, abbiamo riposato tranquilli». 


Boom di allarmi e antifurti


A Villa Fastiggi, in questi giorni, è un costante via-vai di furgoncini per l’installazione di allarmi. «Alcuni ragazzi del posto hanno iniziato a girare per il quartiere per sincerarsi che tutto sia tranquillo, raccomandandosi di tenere le luci accese - continua la signora -. La stessa polizia ci ha detto di fare così. Ho saputo che sono andati a rubare anche da don Enrico: neppure per la chiesa hanno rispetto. Sapere che quella famiglia con tutti quei precedenti viveva vicino al carcere ci ha fatto capire quanto fossero sfacciati, senza paura, pronti a tutto e senza nulla da perdere. Sospetti? Noi, no: in quel terreno ci sono gli orti e in diversi, lì, hanno un capanno o hanno portato la roulotte». 
Gianluca Murgi

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