PESARO «Avevamo il nemico in casa». E non solo in senso figurato. Villa Fastiggi, il giorno dopo, è ancora più arrabbiata. «Stavano in una roulotte, nel campo vicino al carcere (in via Lago di Lesina, ndr), a due passi dalle nostre case» racconta Ivana, residente della zona. La sua famiglia si è trovata faccia a faccia con i ladri due volte in pochi giorni. «Alla paura iniziale si è sostituita la rabbia - sottolinea, chiedendo di non rendere noto il suo cognome per sicurezza -. Se è vero che questa banda aveva terreni qui è ancora più grave: i ladri erano, di fatto, nostri vicini di casa. Due domeniche fa ci hanno portato via l’oro. Domenica scorsa li ha messi in fuga mia madre sorprendendoli dietro casa con cappucci e passamontagna. Pioveva a dirotto, erano le 18.30. Immagini la scena. Il sospetto che fossero della zona c’era: troppi furti a colpo sicuro, a tutte le ore. L’escalation è stata quasi surreale, da film. Prima solo nei weekend e di notte, poi di giorno fino a quando hanno tentato di scardinare il Consorzio alle 14.15. Mio padre, che ha 60 anni, è stato uno di quelli che li ha inseguiti a piedi. Vede, un cittadino onesto e bravo se messo alle strette può reagire in tutte le maniere. E poi può succedere di tutto. Ora? La paura è che finisca con un nulla di fatto...».
La prima ad essere colpita
«I ladri, da me, sono venuti il 10 febbraio: forse è stato il primo furto a Villa Fastiggi - racconta Manuela (il leitmotiv: «Non scriva il cognome, abbiamo ancora paura») -.
Boom di allarmi e antifurti
A Villa Fastiggi, in questi giorni, è un costante via-vai di furgoncini per l’installazione di allarmi. «Alcuni ragazzi del posto hanno iniziato a girare per il quartiere per sincerarsi che tutto sia tranquillo, raccomandandosi di tenere le luci accese - continua la signora -. La stessa polizia ci ha detto di fare così. Ho saputo che sono andati a rubare anche da don Enrico: neppure per la chiesa hanno rispetto. Sapere che quella famiglia con tutti quei precedenti viveva vicino al carcere ci ha fatto capire quanto fossero sfacciati, senza paura, pronti a tutto e senza nulla da perdere. Sospetti? Noi, no: in quel terreno ci sono gli orti e in diversi, lì, hanno un capanno o hanno portato la roulotte».
Gianluca Murgi
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