Renata trovata morta da un tartufaio. «Vado dallo zio», poi il malore improvviso

Fermignano, Renata trovata morta da un tartufaio. «Vado dallo zio», poi il malore improvviso
Fermignano, Renata trovata morta da un tartufaio. «Vado dallo zio», poi il malore improvviso
di Eugenio Gulini
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Mercoledì 10 Giugno 2020, 09:28

FERMIGNANO - E’ stato trovato il cadavere di Renata Serafini, 54 anni, la donna scomparsa tre giorni fa dal rione Ca’ l’Agostina di Fermignano dove risiedeva assieme alla sorella, al cognato e ad un nipote. Il suo corpo senza vita è stato rinvenuto in località Ca’ la Chiacchiera, verso le 8.40 di ieri, da un tartufaio della zona che si era portato sul posto, sovrastante il cosiddetto “ponte del romagnolo”, nelle campagne tra San Silvestro e Farneta, per la cerca del “Tuber Magnatum Aestivum”, il cosiddetto “scorzone”. 

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Sul luogo del ritrovamento, una scarpata su un tratturo tra un campo di grano e il limitare del bosco, poco lontano da uno stabile diroccato, dopo l’allarme lanciato dal tartufaio, si sono portati i carabinieri, il medico legale e il pm di turno della Procura di Urbino. Si è conclusa nel peggiore dei modi l’operazione di ricerca di Renata, allontanatasi, sabato mattina 6 giugno, dalla propria abitazione.
 
Portatasi, con ogni probabilità in autostop, nella vicina contrada di San Silvestro. Renata è stata vista, per l’ultima volta, da un commerciante della zona che si stava portando lungo la strada sterrata che porta da San Silvestro a Farneta. Una zona impervia attraversata dal Metauro. «Vado a trovare mio zio a Farneta», sembra che abbia detto Renata. Non era la prima volta che andava per quella carreggiata ma la “quarantena” per l’emergenza Covid-19 ed il periodo di reclusione in casa l’ha disorientata tanto da calcolare male, arrivata alla biforcazione delle strade, la via da percorrere. Il cadavere di Renata era bocconi sulla terra. Sembrerebbe che sia stata colpita da un malore improvviso o da una caduta accidentale provocata dallo stato confusionale. Non è riuscita, per la mole fisica importante, a girarsi sul dorso. Magari una perdita dei sensi ed il soffocamento. Starà agli investigatori indagare e dare risposte ai quesiti.

La salma di Renata, avvenuto il riconoscimento da parte dei familiari, è stata trasportata alla camera mortuaria dell’Ospedale di Urbino dove è stata disposta l’ispezione cadaverica e l’autopsia. Gli investigatori cercheranno di ricostruire con precisione quanto avvenuto. Per la donna, che soffriva da diverso tempo di difficoltà depressive, era stato attivato “il piano ricerche persone scomparse” con l’arrivo dei sommozzatori del Comando dei Vigili del Fuoco di Bologna, di vari nuclei dei Vigili del Fuoco della provincia, dei volontari della Protezione Civile Gruppo Comunale di Fermignano e dei comuni limitrofi, dei carabinieri, della Guardia di Finanza, della Croce Rossa e del Soccorso Alpino oltre all’elisoccorso ed ai cinofili. Si erano scandagliati gli argini e il corso del fiume Metauro che taglia a metà quel costone scosceso di boschi, case disabitate, rogge e tratturi. 

La pioggia e i temporali continui non avevano fermato le verifiche di decine e decine di uomini che battevano a pettine l’intera zona. Sembrerebbe che i Vigili del Fuoco, lunedì scorso, siano arrivati ad una decina di metri dal posto del ritrovamento. Di seguito il brutto tempo e l’oscurità li hanno fatti desistere dal continuare. «E’ una tragedia – ha commentato il sindaco di Fermignano Emanuele Feduzi – La Comunità si stringa al dolore della scomparsa di Renata».

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