PESARO - Il lockdown ha lasciato cicatrici profonde nel settore bar e ristorazione su scala locale. Alcune attività nella cosiddetta Fase 3 non hanno riaperto i battenti; altre ancora stanno soffrendo per il calo di lavoro (in media dal 30 al 40% in meno), con punte nell’entroterra del 50-60%.
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Per Cna Agroalimentare di Pesaro e Urbino - che ha già organizzato due webinar per affrontare la fase della ripartenza – «si tratta di un momento difficile per tutto il settore non solo per la particolare contingenza economica ma anche per l’applicazione dei protocolli e, soprattutto, per l’effetto psicologico che il post pandemia ha innescato in parte dell’utenza, soprattutto quella più matura, che ancora fatica a tornare alle vecchie abitudini».
I provvedimenti
«Si tratta di una realtà economica importante – commenta Cna Agroalimentare – che produce lavoro, ricchezza, occupazione e che contribuisce in maniera sostanziale anche alla promozione del territorio. E’ per questo che come associazione stiamo cercando di lavorare affinchè questo tipo di attività possano ricevere le misure di ristoro annunciate dalla Regione e perché si possano rivedere anche i protocolli di sicurezza per la categoria cercando di applicare un graduale e responsabile allentamento delle misure attualmente previste».
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