Le Marche stanno invecchiando e nelle imprese non c’è ricambio: nei prossimi 5 anni 37.500 pensionamenti nel settore privato

Le Marche stanno invecchiando e nelle imprese non c’è ricambio: nei prossimi 5 anni 37.500 pensionamenti nel settore privato
Le Marche stanno invecchiando e nelle imprese non c’è ricambio: nei prossimi 5 anni 37.500 pensionamenti nel settore privato
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 6 Settembre 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 07:18

ANCONA Le Marche invecchiano troppo in fretta per le esigenze delle imprese, che faticano a coprire il turnover tra pensionati e nuovi assunti. Bastano pochi numeri per rendere l’idea: negli ultimi 10 anni il numero di marchigiani tra i 15 e i 34 anni è passato dai 320.844 del 2013 agli attuali 290.007 (-30.837) con una diminuzione del 9,6%, più marcata della media nazionale (-7,4%). 


La crisi demografica


Una crisi demografica le cui conseguenze, mette in guardia Gilberto Gasparoni segretario di Confartigianato Marche, «si riflettono anche sul sistema delle imprese con il calo della forza lavoro e la difficoltà di trovare giovani qualificati ai quali trasmettere il prezioso saper fare».
Secondo le stime di Unioncamere – Anpal- sistema informativo Excelsior, rielaborate dall’ufficio studi di Confartigianato, saranno 37.500 i dipendenti privati che andranno in pensione nei prossimi cinque anni.

E il sistema delle imprese fa sempre più difficoltà a rimpolpare gli organici con nuove assunzioni. Per questo mese di settembre - sempre secondo le previsioni del sistema Excelsior, che registra gli ingressi programmati dalle imprese marchigiane, sono 12.780 le figure richieste ( -370 rispetto a settembre 2022) e tra queste il 54,9% risulta di difficile reperimento. Tra settembre e novembre sono 35.220 le entrate previste (+ 140 rispetto al 2022). 

Le cause 


Tra le cause di difficile reperimento, per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati ed il 10,8% all’inadeguata preparazione dei candidati. 
«La difficoltà delle imprese a reperire personale è conseguenza di molteplici fattori - è l’analisi di Gasparoni -: dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro». Le piccole imprese reagiscono intensificando le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, l’uso di stage, tirocini, percorsi per competenze trasversali e orientamento. «Ma serve - conclude il segretario di Confartigianato Marche - un’operazione di politica economica e culturale che avvicini la scuola al mondo del lavoro, con una riforma del sistema di orientamento scolastico che rilanci gli Istituti Professionali e Tecnici, investa sulle competenze a cominciare da quelle digitali e punti sull’alternanza scuola lavoro e sull’apprendistato duale e professionalizzante. 

 

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