La risposta choc del Cup: «Test di controllo oncologico? Non c'è posto, vada dal privato»

La risposta choc del Cup: «Test di controllo oncologico? Non c'è posto, vada dal privato»
La risposta choc del Cup: «Test di controllo oncologico? Non c'è posto, vada dal privato»
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 19 Luglio 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 20:38

ANCONA - Da fuori il frinire di grilli e cicale filtra assordante attraverso la porta automatica che si apre e richiude a ogni passaggio, all’ingresso dell’ex ospedale ora trasformato in Rsa e poliambulatorio, destinato a diventare una casa di comunità, grazie ai fondi del Pnrr per la Sanità. Alle 10 e 30 di un mattino da 35 gradi all’ombra, quattro persone sono in attesa allo sportello del Cup, centro unico di prenotazione, uno dei tanti terminali delle Marche in cui si possono prenotare visite ed esami nelle strutture sanitarie pubbliche o convenzionate del territorio regionale.

L’utente che ha in mano il numerino 51 tecnicamente è un paziente oncologico, con tanto di codice di esenzione 048 appena rilasciato dal medico del distretto. 

La diagnosi

Va bene che il “tumorino” della pelle, come l’ha chiamato la dermatologa che lo ha diagnosticato al primo colpo d’occhio, è stato già asportato neanche tre settimane dopo quella prima visita, nel reparto di Chirurgia ricostruttiva e della mano di Torrette, una delle eccellenze della sanità marchigiana che attira pazienti anche da fuori regione.

Va bene che la cicatrice neanche si vede più e che, a distanza di tre mesi dall’intervento, non ci sono segnali di recidiva di quel carcinoma. Tutti i medici interpellati dicono di stare tranquilli, ma per verificare che il bisturi abbia tolto davvero tutto, servono quattro esami, tre ecografie e una Rx al torace, e il paziente 51 è lì al Cup per prenotarli. Non sembra ci sia tutta questa fretta, ma il medico di famiglia ha suggerito di farli comunque entro l’estate, anche per stare più tranquilli. Estate sì, ma di quale anno? 

Il codice di esenzione

Perché allo sportello del centro prenotazioni l’addetto, nonostante sappia di avere davanti un paziente con codice di esenzione 048, mette subito le mani avanti: «Ecografia? Dipende quale, per molte non c’è posto...». Cominciamo da quella all’addome. «Prima data utile, 27 ottobre», sentenzia. E già l’estate se ne è andata, lasciando solo spazio per i raggi al torace prenotabili al Cup nella settimana prima di Ferragosto, potendo scegliere tra quattro strutture in provincia di Ancona. Ma è sulle altre ecografie, una di cute e sottocute, l’altra per i linfonodi al collo, che il verdetto è inappellabile. «Non ci sono al momento date disponibili», spiega l’impiegato del Cup. 

La resa incondizionata

Che significa? E qui, senza tradire il minimo imbarazzo, l’addetto allo sportello si fa portavoce di una dichiarazione di resa incondizionata della sanità pubblica marchigiana - almeno di quella rimessa ai tempi delle liste di prenotazione - dando una risposta che tanti utenti purtroppo, non da oggi, si sentono dare: «Significa che non c’è nessuna prenotazione disponibile in tutte le strutture e in tutti gli ospedali della Regione Marche», chiarisce. Quello che il Corriere Adriatico ha documentato anche di recente, pubblicando gli elenchi delle prestazioni sanitarie al momento non prenotabili in tutta la Regione Marche (tra cui diversi tipi di ecografie), vale dunque anche per i pazienti oncologici, per i quali la tempestività degli esami di controllo, per altro da ripetere ogni anno, sarebbe fondamentale per la loro reale utilità. 

Le alternative prospettate

Alternative? Ci sarebbe in teoria la possibilità di provare con il medico di famiglia a ottenere il codice delle prestazioni urgenti da eseguire entro 12 giorni, oppure provare ad avere una prenotazione diretta alle strutture attraverso la visita di un oncologo. Due alternative non immediate, che per altro allo sportello del Cup non vengono nemmeno prospettate al paziente con il numerino 51. Perché l’addetto alle prenotazioni, evidentemente assuefatto a dare risposte del genere come fossero normali, indica altre vie di uscita. «Può provare a ripassare e vedere - risponde alla domanda sul da farsi - oppure va a pagamento, tanto è così. Per queste due ecografie, come per tante altre cose».
Anziché gratuitamente (ma aspettando chissà quanto tempo) le due ecografie richieste sono prenotabili in tempi ultra-veloci al primo tentativo presso un centro diagnostico privato: prima data utile, quattro giorni dopo, al prezzo di 102 euro. «Tanto è così», direbbe l’addetto allo sportello del Cup, mentre l’assessorato alla Sanità, una settimana fa, faceva sapere che la Regione Marche ha stanziato «oltre 9 milioni di euro per il recupero delle prestazioni ambulatoriali, ricoveri ospedalieri e attività afferenti allo screening, come inviti e prestazioni, erogati degli Enti del servizio sanitario regionale». Ma per adesso, anche chi imbocca l’onda verde di una sanità che sembra funzionare bene (una diagnosi subito azzeccata, un intervento chirurgico eseguito in tempi rapidi e riuscito al meglio, un codice di esenzione subito rilasciato dal medico del distretto) poi si infila inevitabilmente nell’imbuto delle liste d’attesa e degli esami diagnostici senza tempo. L’alternativa c’è, ma è quella suggerita al Cup: dal privato e a pagamento.

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