Ecografia rinviata da ottobre a dicembre. Il Cup: «Cosa è successo? Non lo sappiamo»

​Telefonata al paziente che di quattro esami prenotati a luglio, è riuscito a farne solo uno. Per due si è dovuto rivolgere ai privati

Ecografia rinviata da ottobre a dicembre. Il Cup: «Cosa è successo? Non lo sappiamo»
Ecografia rinviata da ottobre a dicembre. Il Cup: «Cosa è successo? Non lo sappiamo»
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 5 Ottobre 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 07:16

ANCONA Ci sarà pure qualche motivo se, come illustrano i dati raccolti da Agenas, l’Agenzia sanitaria delle Regioni, ormai oltre un terzo degli italiani (il 35%) che hanno bisogno di sottoporsi a una visita specialistica o a un esame diagnostico rinunciano a mettersi in coda nella sanità pubblica e vanno direttamente dai privati, pagando di tasca propria prestazioni a cui avrebbero diritto gratuitamente o al prezzo di un ticket sanitario.
Ce ne sono parecchie anche nelle Marche, di queste ragioni che allontanano il 35% degli italiani da ospedali e laboratori pubblici, nonostante l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini si sforzi di narrare i progressi fatti nei tagli delle liste d’attesa. 


Saltamartini soddisfatto


«Le prestazioni a dieci giorni nella nostra regione sono garantite nel 96% dei casi e a 60 giorni nel 92% dei casi», ha detto la scorsa settimana a Pesaro, a margine della presentazione del progetto del nuovo ospedale. Purtroppo la realtà quotidiana sperimentata negli sportelli del Cup (centro di prenotazione unica) dagli utenti marchigiani del servizio sanitario nazionale fornisce continui spunti e situazioni che illustrano una situazione ben diversa. Una realtà dove i cittadini che hanno bisogno di farsi visitare da uno specialista o di sottoporsi a una tac o a un’ecografia sembrano quasi invogliati, almeno in certe situazioni, a indirizzarsi verso centri clinici privati, esasperati dai tempi d’attesa nelle strutture pubbliche o convenzionate.
Può capitare anche, dopo un primo appuntamento per un’ecografia all’addome fissato a tre mesi e mezzo dalla richiesta, di sentirsi chiamare al telefono da un operatore del Cup e scoprire che l’esame deve slittare di altre cinque settimane.

Motivo? Non viene spiegato, al Cup non sono tenuti a saperlo e sanno dire soltando che nel Poliambulatorio convenzionato di Ancona che avrebbe dovuto erogare la prestazione il 27 ottobre alle ore 15 non c’è più disponibilità per quella data e dunque la prossima utile è il 2 dicembre. 


Pochi secondi per decidere


«Che fa, accetta?», si è sentito chiedere (tempo per rispondere: pochi secondi, mentre sta lavorando) un paziente della provincia di Ancona che il 14 luglio scorso aveva presentato al Cup la richiesta di quattro esami diagnostici di controllo prescritti dopo l’asportazione di un carcinoma della pelle. Per due tipi di ecografia (cute e sottocute e linfonodi al collo) s’era sentito rispondere che non c’erano date disponibili in agenda e dunque aveva dovuto ripiegare sul privato, ottenendo in sette giorni i due esami al prezzo di 82 euro. Per i raggi al torace aveva ottenuto un appuntamento per l’11 agosto (regolarmente eseguito) e per l’ecografia all’addome c’era disponibile uno slot per il 27 ottobre.


Sembrava una data accettabile, anche se il medico aveva consigliato di fare gli esami entro l’estate, giusto per stare tranquilli. Un mese in più del previsto non sembrava una prospettiva da far preoccupare, anche perché dopo l’intervento per l’asportazione del carcinoma, fatto in primavera, non c’erano segnali di recidiva e i primi esami erano stati tranquillizzanti. Così il paziente non aveva chiesto percorsi accelerati legati alla condizione oncologica e nemmeno l’esenzione dal ticket.


Vietato dare buca


Il 27 ottobre, però, diventa di colpo il 2 dicembre, dopo la telefonata del Cup che lunedì scorso annunciava il cambio di data. «Si può sapere almeno perché?», chiede il paziente al “cuppista” che ha premura di fissare la nuova data. «Non sappiamo il motivo, il Poliambulatorio ci ha comunicato che per il 27 ottobre non c’è più disponibilità». E davanti all’obiezione che in questo modo si spingono i cittadini verso la sanità privata, l’addetto al Cup dimostra una certa assuefazione all’argomento, nonostante i richiami, freschi di giornata, del presidente Mattarella a difendere il patrimonio della Sanità pubblica. «L’importante è che se va dal privato si ricordi di annullare la prenotazione per il 2 dicembre, altrimenti deve pagare la sanzione». Sì, perché dal maggio 2019 i marchigiani che danno “buca” dopo aver prenotato al Cup una visita o un esame sono chiamati a pagare comunque il prezzo della prestazione. Ma se è la Regione a dare “buca”, che sanzione paga?

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