Malato oncologico in attesa di una ecografia, Saltamartini dopo la denuncia del Corriere: «Comportamento gravissimo. Dobbiamo bypassare il Cup»

Il paziente si era sentito rispondere: "Non c'è posto, vada dal privato"

Malato oncologico, Saltamartini dopo la denuncia del Corriere: «Comportamento gravissimo. Dobbiamo bypassare il Cup»
Malato oncologico, Saltamartini dopo la denuncia del Corriere: «Comportamento gravissimo. Dobbiamo bypassare il Cup»
di Martina Marinangeli
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Giovedì 20 Luglio 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 07:48

Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità: ieri il Corriere Adriatico ha raccontato l‘odissea di un paziente oncologico che si è sentito rispondere dal Cup di rivolgersi al privato perché non ci sono posti disponibili per fare ecografie.

Ma che succede?
«È un comportamento gravissimo e lesivo, che potrebbe comportare responsabilità molto gravi. L’operatore del Cup che si trova di fronte ad un cittadino con certificato medico per una certa prestazione al momento non disponibile, ha l’obbligo di prendere in carico la prestazione».


Ovvero?
«L’operatore deve inviare la richiesta di prestazione al momento non disponibile ai responsabili delle liste d’attesa: abbiamo individuato un dirigente per ogni Ast che si occupa di questo tema. Il dirigente, nei 5 giorni successivi, deve far chiamare l’utente e l’azienda deve garantire le prestazioni».
Come, se non c’è disponibilità?
«O le produce o le compra sul mercato. Queste sono regole indifferibili. Ho anche chiesto come sia possibile che una prestazione che deve essere eseguita al massimo in 120 giorni sia stata messa in uno slot nel 2025. È una cosa improponibile».
Insomma, sulle liste d’attesa qualche problema c’è, volendo usare un eufemismo. Cosa sta facendo la Regione per correggere le storture del sistema?
«Abbiamo bisogno di bypassare il Cup».
Come?
«Dobbiamo capire se molte prestazioni possono essere direttamente inserite nel sistema dai prescrittori, ovvero dai medici di medicina generale o dai medici ospedalieri. Una prenotazione fatta direttamente da chi chiede la prestazione. Ci tengo che il messaggio sia chiaro: è il sistema sanitario che deve richiamare il cittadino, non il contrario». 
Però spesso le cose non vanno così al Cup, come dimostra la testimonianza riportata sulle nostre pagine. Al paziente - oltre che di andare a pagamento - è anche stato suggerito di ritentare i giorni successivi. Come intendete intervenire?
«Intanto, voglio sapere chi risponde in questo modo, perché danneggia l’immagine del nostro sistema sanitario e commette atti censurabili. Ho chiesto ai direttori generali di fare una riunione specifica sulla questione. I dg devono seguire provincia per provincia l’andamento di questa cosa. Mi è stato riferito che in certi casi il Cup ha suggerito di chiamare addirittura il numero Covid, che non è neanche più operativo».
Ormai siamo oltre l’incredibile.
«Questo non può più succedere. I cittadini hanno dei diritti: il vecchio sistema che inseriva il paziente nella lista di pre appuntamento o che diceva all’utente di richiamare nei giorni successivi, da noi è stato archiviato. Abbiamo modificato questo approccio: il sistema sanitario deve prendere in carico il paziente. Punto. I Lea devono essere garantiti al 90% perché lo dice lo Stato. Però vorrei aggiungere una cosa».
Prego.
«Va sicuramente fatto anche un ragionamento sull’appropriatezza delle prestazioni». 
Cosa intende?
«Ci sono prestazioni sanitarie aumentate del 500% e non è possibile che sia solo l’effetto dei due anni del Covid. Se questa è la domanda, per quanto noi possiamo aumentare il volume di produzione, ci saranno sempre dei problemi».
 

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