Esami di controllo: una richiesta su sei nei tempi previsti. Marche promosse da Agenas ma al Cup la realtà è diversa

Liste d'attesa: per un'ecografia all'addome ci vogliono 5 mesi

Esami di controllo: una richiesta su nei tempi previsti. Marche promosse da Agenas, ma al Cup la realtà è diversa
Esami di controllo: una richiesta su nei tempi previsti. Marche promosse da Agenas, ma al Cup la realtà è diversa
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 14 Novembre 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 15:23

ANCONA Per il bene della sanità pubblica marchigiana e dei suoi utenti vorremmo rivivere continuamente, come in una sorta di “settimana della marmotta” che ripete se stessa, quelle giornate tra il 22 e il 26 maggio scorsi, quando Agenas e Fondazione The Bridge hanno monitorato i tempi d’attesa rilevati dai Cup, gli sportelli a cui ci rivolgiamo per prenotare visite specialistiche o esami diagnostici.

 

 

Le priorità


 

Perché davvero i risultati di quell’indagine condotta per monitorare le capacità di risposta sanitaria delle singole regioni promuovono le Marche come tra le più virtuose, capaci di rispettare i tempi indicati dal Piano nazionale di governo delle liste d’attesa in percentuali tra il 72 e l’86% per visite ed esami prescritti con priorità B (breve) ovvero 10 giorni, e addirittura tra l’83 e il 90% per quelli differibili, da svolgere entro 30 (per le visite) o 60 giorni (per gli esami).

Insomma, niente male, tanto che tra le sei regioni monitorate al completo da Agenas con 8 esempi di prestazioni le Marche figurano, nella classe di priorità D, al primo posto per risonanza e gastroscopia (90% di prenotazione nei tempi), al secondo per visita cardiologica, ecografia addome, Tac, ecodoppler (con prenotazione nei tempi dall’84 al 93%) e il terzo posto per visita oculistica (86% di prenotazione nei tempi).

Questo, nel periodo-indice esplorato dall’Agenzia regionale per i servizi sanitari. Perché poi oltre alla “settimana ideale” fotografata da Agenas - dove probabilmente non si calcolano i “tempi morti” tra il primo accesso ai Cup e l’invito a ripassare perché non ci sono date disponibili, usanza ora vietatissima - ci sono anche le giornate reali, vissute di persona dagli utenti della sanità pubblica. 


Il decorso


Come ad esempio le date del 14 luglio e del 17 ottobre scorsi, quando un paziente reduce dall’asportazione di un carcinoma della pelle si presenta a uno sportello Cup della provincia di Ancona per prenotare sei esami prescritti per monitorare il decorso della patologia e scongiurare il rischio di patologie. Tutti esami differibili, dunque da garantire entro 60 giorni. In realtà, i tempi sono stati rispettati solo in un caso su sei. Nel primo turno di prenotazioni, a luglio, l’accesso allo sportello Cup era stata una disfatta per la sanità pubblica. Per due esami (ecografia di cute e sottocute ed ecografia al collo) non c’erano date disponibili e l’operatore del Cup non aveva avuto ritegno a invitare il paziente a rivolgersi in un centro diagnostico privato. 


Detto, fatto: ecografie prenotate ed eseguite nel giro di una settimana al costo di 82 euro anziché gratis, come aveva diritto il paziente con codice di esenzione 048 per patologia oncologica. Meglio per la Rx al torace, eseguita 28 giorni dopo all’ospedale di Osimo, di nuovo male per l’ecografica all’addome: primo appuntamento fissato per il 27 ottobre (tre mesi e mezzo dopo, fuori termine) in un laboratorio convenzionato di Ancona e poi spostato (con una telefonata dal Cup e senza dare spiegazioni sui motivi) al 2 dicembre, ovvero 141 giorni dopo la prenotazione, oltre il doppio dei tempi previsti.


Fuori tempo massimo anche gli appuntamenti ottenuti dal paziente il 17 ottobre scorso, quando ha provato a prenotare altri due esami, sempre con priorità D, entro 60 giorni. Per l’ecodoppler dei vasi epiaortici prima data disponibile il primo febbraio al Carlo Urbani di Jesi (105 giorni) mentre per l’ecodoppler cardiaca l’unica data utile entro i 60 giorni era a Pesaro (95 km dalla residenza) nel primo pomeriggio del 12 dicembre, proposta che il paziente è stato costretto a rifiutare per impegni di lavoro. Seconda chance? A Jesi il maggio 2024, 221 giorni dopo. Altro che settimana della marmotta. 

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