Il governatore Acquaroli: «Molo, io sto con Silvetti. Non si baratta la salute e la vivibilità del capoluogo marchigiano»

Il governatore Acquaroli: «Molo, io sto con Silvetti. Non si baratta la salute e la vivibilità del capoluogo marchigiano»
Il governatore Acquaroli: «Molo, io sto con Silvetti. Non si baratta la salute e la vivibilità del capoluogo marchigiano»
di Martina Marinangeli
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Domenica 5 Novembre 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 15:37

Governatore Francesco Acquaroli: intorno al Molo Clementino si è creata una divaricazione interna al centrodestra. Il sindaco di Ancona Silvetti dice no, il capogruppo regionale FdI Ciccioli dice sì. Qual è la sua posizione?
«Mi pare che la situazione stia evolvendo verso una sintesi proficua. Per me è fondamentale la posizione finale che dà il Comune perché il porto impatta sulla città. Poi certo, l’Autorità portuale ha un ruolo fondamentale che va rispettato, così come quello del Ministero che segue l’iter».

 
Il Molo Clementino compare anche nel Piano delle infrastrutture della Regione: perché?
«Il nostro Piano delle infrastrutture recepisce gli input di tutti gli enti: fa la sintesi tra Autorità portuale, Rfi, Autostrade. È la nostra visione ma con l’imprimatur degli altri soggetti deputati».
Sposare la posizione del sindaco Silvetti significa quindi “no al Molo Clementino”.
«Le valutazioni del Comune di Ancona sapranno trovare il giusto equilibrio. Non si può fare un’opera pubblica contro il parere degli Enti locali, come sostengo sempre e ad esempio per l’A14».
Quella di Ciccioli è stata una fuga in avanti, dunque?
«Ognuno può esprimere la sua idea e le posizioni iniziali che ho sentito cercano ora di trovare una giusta sintesi. Ma poi i pareri importanti li danno le amministrazioni, a nome e per conto delle comunità. Io sono perfettamente in linea con quello che sostiene il sindaco. È un dovere di natura istituzionale. Detto questo, ciò che a me interessa è lo sviluppo del porto di Ancona».
Tradotto?
«La nostra regione ha la necessità di poter usufruire di un’infrastruttura fondamentale per le merci, per l’occupazione, per la competitività del sistema e per il turismo.

Ma non possiamo barattare la competitività con la salute delle persone e la vivibilità della città».

Come si coniugano le due cose?
«È giunto il momento di portare avanti il progetto della penisola».
Un progetto che però, se va bene, vedremo tra 15/20 anni.
«Va pensato nell’immediato, considerati i tempi di realizzazione. Se non si inizia mai non si finisce mai. Se fossimo partiti 10 anni fa, magari ora saremmo all’appalto».
I fondi per la realizzazione della penisola avrebbero dovuto essere inseriti nella Finanziaria di quest’anno: ci saranno?
«Nel breve periodo apriremo un tavolo per mettere a regime tutti gli step per la realizzazione del progetto, ma alcune risorse sono già state individuate. Comunque sulla penisola l’Autorità portuale ha già iniziato a lavorare».
Da un’infrastruttura all’altra: nel balletto sull’aeroporto, l’ultimo passo di tango di Aeroitalia è stato il ripristino della rotta per Barcellona: che idea si è fatto?
«Ho preso questa notizia come ho preso quella della cancellazione della scorsa settimana. Partendo dalla constatazione che la continuità territoriale garantisce 33 voli di andata (e altrettanti di ritorno) settimanali: la querelle che si è creata rischia di offuscare un risultato come questo e di togliere credibilità al sistema aeroportuale. Ma il Sanzio sta crescendo e può contare su diverse compagnie. Quest’anno dovremmo raggiungere i 550mila passeggeri e l’aeroporto è in costante crescita».
Perugia e Pescara però fanno meglio di noi.
«Il nostro aeroporto sta utilizzando un modello di sviluppo diverso e porterà risultati importanti».
Aeroitalia ha messo nel mirino l’Atim e il suo direttore Bruschini per impegni contrattuali non rispettati (dice la compagnia): ne chiederete le dimissioni?
«Ho vissuto questa querelle con dispiacere perché danneggia l’immagine di tutti, ma non vanno legati i rapporti tra Atim e Aeroitalia ai voli. Bruschini ha partecipato e vinto un avviso pubblico e non ha un ruolo politico. Non ha senso parlare di dimissioni».
Lei ha scelto di tenere per sé le deleghe a porto, aeroporto e interporto: visti i grattacapi che le stanno creando, si è pentito?
«No. Su tutte e tre le infrastrutture ci sono stati concreti e importanti segnali di discontinuità e rilancio dei progetti di sviluppo. Non dimentichiamoci dell’investimento Amazon, i cui lavori stanno procedendo spediti».
 

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