Autorità senza presidente da dieci mesi: «Porto delle nebbie, volete svegliarvi?»

Autorità senza presidente da dieci mesi: «Porto delle nebbie, volete svegliarvi?»
Autorità senza presidente da dieci mesi: «Porto delle nebbie, volete svegliarvi?»
di Andrea Taffi e Massimiliano Petrilli
8 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Settembre 2021, 09:01

ANCONA - Da dieci mesi ormai manca il vertice dell’Autorità di sistema portuale Adriatico centrale. Ora oltre 50 candidati in lizza, il ministero sfoglia i curriculum. Intanto i maggiori operatori dello scalo alzano la voce. Dieci mesi senza un presidente ufficiale danno sui nervi: lo confermano i principali operatori del porto di Ancona dopo che domenica scorsa il Corriere Adriatico ha chiesto a ministro e governatore un cambio di passo sulla questione. E adesso cantieri , agenti marittimi e spedizionieri alzano la voce.

STEFANIA VAGO
Agente marittimo Snav e Msc crociere

«Vuoto che rimbomba. Qui sembra di essere a uno scalo di frontiera»

Stefania Vago, agente marittimo Snav e Msc crociere: vogliamo dire qualche cosa su quello che (non) sta succedendo in porto?
«Per carità non tocchiamo questo tasto dolentissimo».
Veramente sono dieci mesi che stiamo con il naso all’insu. Non le sembra un tempo un po’ troppo lungo?
«Per carità avete fatto benissimo a suonare la sveglia. Sembriamo un porto di frontiera: non mi vengono altre parole per descrivere quello che sta succedendo. Tutti noi operatori siamo andati avanti per fare le cose al meglio, seguire tutti i nostri piani al meglio. La stagione alla fine siamo riusciti a portarla avanti a partire da Msc crociere. È stato abbastanza complicato organizzare tutto ma con pazienza siamo riusciti ad arrivare al traguardo».
Però non siamo riusciti a metterci d’accordo su un presidente.
«Ed è un vuoto che rimbomba clamorosamente. Come vice presidente degli agenti marittimi penso che faremo passare questo momento poi sarà un argomento da affrontare. Finiamo la stagione, dopodiché vedremo. Abbiamo già avuto la disavventura in primavera di questo presidente nominato che non aveva tutti i requisiti, una nomina che alla fine si sono rimbalzati uno con l’altro. Pensavo che saremmo finiti nel nulla».
Riesce a dettagliare cosa significa lavorare in porto senza vertice dell’Autorità portuale e segretario?
«Come no: significa che manca tutto. E comunque qualsiasi cosa che succede non sai a chi rivolgerti. Se c’è un mal funzionamento nella stazione marittima, oppure un problema in banchina. È come viaggiare su una nave con il comandante momentaneamente assente».
In compenso ci sono oltre 50 candidati.
«Quando ho letto il numero dei candidati mi è venuto il sorriso: vabbè dai».

GABRIELE VIRGILI
Presidente Cantiere delle Marche

«Così è un anno perso, conoscendo l’indotto c’è da gridare vendetta»

Gabriele Virgili, presidente di Cantiere delle Marche: possibile che nel 2021 si debbano aspettare dieci mesi per il presidente di un’autorità portuale?
«Certo è una situazione che un po’ grida vendetta. Il porto è la prima azienda marchigiana, per occupanti e fatturato: che un’azienda di grandi dimensioni sia senza Ad già stride in termini economici. Se lo rapportiamo al fatto che una AdSP ha un ruolo specifico per le attività produttive e per le aziende è ancora più grave».
Si stava meglio quando si stava peggio?
«La continuità con Giampieri aveva proprio questo senso e tutti gli operatori del porto si erano espressi chiaramente». 
Ci sono candidati di alto profilo.
«Siano i benvenuti, ci mancherebbe altro. Ma tenuto conto che quando arriverà il nuovo presidente dovrà insediarsi, capire le dinamiche e vedere chi e cosa ha intorno avremoperso un anno tondo. Questo significa perdere opportunità tutti: noi e l’autorithy. In un momento come questo in cui si esce dal Covid, è deleterio. Un peccato mortale».
Considerata la velocità dei mercati...
«Ma è la prova provata che le scelte economiche non vanno mai di pari passo con le scelte politiche, viaggiano su binari diversi».
Cosa avete fermo in Autorità Portuale voi di Cantiere delle Marche?
«Per fortuna abbiamo allungato di un anno la concessione della banchina in virtù delle norme Covid e abbiamo chiuso le pratiche pochi giorni prima che la gestione Giampieri terminasse. Avrei rischiato di restare senza banchina? No sarei stato in regola ma avrei avuto un anno in meno».
È un attimo fare i danni con la burocrazia.
«Se esiste un immaginario...

come dire, non collettivo, ma amministrativo non ci si rende conto di quale e quanto indotto il porto garantisca al territorio».

ALBERTO ROSSI
Presidente Frittelli Maritime

«Non è più permesso perdere altro tempo. Ora si deve decidere»

Alberto Rossi, presidente di Frittelli Maritime Group, qual è la situazione del porto internazionale di Ancona ancora senza presidente dell’Authority?
«La fotografia attuale parte dal passato»
Ovvero?
«L’attuale ministro ha ereditato una situazione confezionata dal suo predecessore. E questo aspetto burocratico ha allungato enormemente i tempi. Siamo ripartiti da zero ma a questo punto non si deve perdere ulteriore tempo nel gestire la situazione»
Che idea si è fatto delle numerose candidature arrivate?
«Attendo che il ministro faccia la scrematura, poi dal momento in cui arriveranno i nomi o il nome in Regione allora potremo dare giudizi su chi sarà stato indicato»
Quanto pesa la mancanza di un presidente?
«Qualsiasi vacatio crea disagi. Stando ai numeri, per quel che riguarda i traffici, pur non attraversando una stagione semplice, sono cresciuti. Di certo allungando i tempi della scelta alcune situazioni si possono compromettere. E quindi...»
E quindi?
«Non è più permesso perdere tempo. Da ora in poi bisogna correre. Su quanto successo prima scontiamo una serie di inefficienze figli di alcuni passaggi di mano. Da adesso in poi ci sono altre responsabilità. Per il ministro e la Regione, i soggetti chiamati a scegliere, è il momento della coesione. E bisogna stringere i tempi e decidere». 
Un augurio?
«Che arrivino presto le indicazioni da Roma e a quel punto, localmente, si raggiunga l’intesa da far tornare al ministro».

GUIDO GIAMBUZZI
Manager Amatori

«Questa assenza pesa anche sulle scelte strategiche»

Guido Giambuzzi, manager dell’agenzia marittima Amatori, quanto soffre il porto di Ancona e l’economia regionale senza il presidente Ap?
«Un porto vuole sia la gestione ordinaria che quella straordinaria e solo un presidente può garantire ad esempio un piano di sviluppo, una strategia di pianificazione, un programma triennale di opere pubbliche e altre attività che richiedono una figura regolarmente insediata. Ad oggi soffriamo di questa assenza. E per questo...»
Che cosa?
«Spero che tutto possa essere definito in poco tempo».
Cosa si rischia altrimenti?
«Un indirizzo di programmazione è assolutamente necessario. Una figura non stabile per l’incarico difficilmente si può esprimere. Inoltre...»
Inoltre?
«La mancanza di una guida regolarmente insediata fa sentire la sua mancanza anche in un sistema logistico e in tutti gli interventi strategici da portare avanti. E questo non si può chiedere di farlo a un commissario».
E il tempo è un fattore decisivo nelle strategie commerciali
«È tempo di ripartire. Il traffico passeggeri ha segnato una battuta d’arresto, la logistica sembra aver tenuto botta. Questo però non significa che non ci si debba inserire nel contesto portuale con una strategia propria che guardi lontano e dove magari sviluppare anche altre nicchie della portualità. Ci sono sempre chance da cogliere e in cui inserirsi senza scimmiottare altri porti con dimensioni e infrastrutture viarie più importanti»
Per il dopo Giampieri c’è un’ampia rosa di candidati. Quali caratteristiche dovrebbe avere il nuovo presidente?
«Serve un profilo tecnico possibilmente con esperienze ben certificate capace che possa ben inserire Ancona nel sistema portuale».

ANDREA MORANDI
Ceo Gruppo Morandi

«Basta navigare a vista: gli altri investono, lo stallo è pericoloso»

Andrea Morandi, ceo del Gruppo Morandi, il porto di Ancona non deve impostare una diversa velocità di crociera?
«La vicenda Africano ha determinato una perdita di tempo, l’importante adesso è definire la situazione perchè non possiamo continuare a navigare a vista. I progetti in corso o quelli da avviare non devono più trovare un rallentamento».
Altrimenti?
«La situazione diventa pericolosa. Soprattutto quando vedi i porti vicini dinamici e con grandi investimenti»
Si rischia un’involuzione? 
«Noi operatori crediamo in questa realtà e abbiamo continuato ad investire anche in un anno non facile. Però per non scoraggiare il privato anche il pubblico deve dare una mano»
Perciò?
«Intanto continuiamo a lavorare con il commissario Pettorino, valido punto di riferimento. Se non ci sarà un cambio di passo nelle prossime settimane ci faremo sentire».
Anche perchè il ritardo nella nomina si aggiunge ai ritardi accumulati nelle infrastrutture
«E poi diventa sempre più difficile rimediare. Quando si parla di opere portuali i tempi medi di realizzazione sono di 7 anni, salvo imprevisti. Perciò preoccupa vedersi frenati anche da altri contesti. Con il mettere a rischio l’occupazione e la difficoltà poi nel recuperare».
Teme ulteriori meline politiche?
«La nuova giunta regionale ha chiara l’importanza del porto nello scacchiere delle infrastrutture e la consapevolezza che bisogna assolutamente mettere a posto questo tassello. Dopo la vicenda Africano non credo che sia livello centrale che regionale ci si voglia trovare di nuovo in impasse».

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