La Riviera resta senza salvagente, nessun rappresentante di San Benedetto al comitato dell’Autorità portuale

La Riviera resta senza salvagente, nessun rappresentante di San Benedetto al comitato dell’Autorità portuale
di Emidio Lattanzi
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Martedì 29 Marzo 2022, 09:55

SAN BENEDETTO - Dopo l’Amat l’Autorità Portuale. La Riviera delle Palme rischia di restare tagliata fuori anche dal comitato di gestione dell’ente che regolamenta i porti di Marche e Abruzzo e che è chiamato a prendere decisioni e stabilire stanziamenti anche per il porto di San Benedetto. Il paradosso, insomma, starebbe nel fatto che la città che ospita uno dei porti pescherecci più importanti dell’Adriatico rischia di non avere nessun rappresentante al tavolo dove si decide proprio il futuro di quel porto.

 
L’allarme
L’allarma arriva dall’ex coordinatore regionale e attuale coordinatore di Italia Viva Fabio Urbinati che sollecita i rappresentanti piceni in Regione: «Il regolamento prevede che a quel tavolo siedano automaticamente esponenti dei porti dei comuni capoluoghi di provincia designati dai sindaci di conseguenza San Benedetto resta fuori da questo discorso».

Urbinati si appella per questo motivo agli assessori Guido Castelli e Giorgia Latini e al consigliere comunale Andrea Assenti: «Sono loro i referenti e devono spingere affinché San Benedetto sia rappresentata».

Urbinati in passato, su questo stesso argomento, aveva sollecitato anche l’ex sindaco Pasqualino Piunti il che significa che ora anche l’attuale primo cittadino, Antonio Spazzafumo, dovrà fare pressing sulla Regione per inserire un sambenedettese nel comitato di gestione. «Quando ero consigliere regionale - continua Urbinati - insieme al presidente Ceriscioli spingemmo per l’ingresso di Giulio Piergallini e riuscimmo nel nostro intento. Ora occorrerebbe fare la stessa operazione. Ora è fondamentale muoversi in tal senso perché in ballo ci sono fondi e finanziamenti per il nostro porto e non possiamo lasciare tutto agli altri. Ricordiamoci che siamo nell’epoca dei fondi Pnrr».

E sono proprio quegli stanziamenti che rappresentano un’importante possibilità di sviluppo per il porto nostrano che sta ancora facendo i conti con un dragaggio che da anni viene dato per imminente ma che non ha ancora visto la luce a causa di intoppi che andavano superati da molto tempo ormai. Il tempo stringe. Nei giorni scorsi si è insediato il nuovo presidente Vincenzo Garofalo e a breve sarà determinata la composizione del comitato di indirizzo. 


La sfida
Garofalo, che ha ereditato le chiavi di casa dell’Autorità Portuale dall’ammiraglio Giovanni Pettorino ,ha illustrato così il proprio mandato. «La vera sfida che sarà lo sviluppo complessivo del sistema e di ogni singolo porto secondo le proprie ambizioni e caratteristiche. L’obiettivo che dobbiamo porci sarà quello di crescere nei traffici, negli scambi e nell’economia valorizzando le doti di ogni scalo e rafforzando la ricaduta positiva che hanno sulle comunità di Marche e Abruzzo, grazie alle capacità di moltiplicatore dei porti, che sono un tassello fondamentale per esaltare le specificità dei territori. Questo, ovviamente, lo faremo con un confronto continuo con le istituzioni, le imprese e gli operatori portuali, con le comunità».

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