La rivolta dei sindaci del sud delle Marche, tagliati fuori dal progetto di arretramento della ferrovia Adriatica annunciato giovedì dal ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini. Una pianificazione che contempla il bypass a Pesaro e Fano, con studio di fattibilità tecnico-economica di Rfi per prolungarlo fino a Marotta. E - forse - fino a Falconara, ma su questo tratto siamo ancora alla fase della riflessione.
Da Falconara in giù, invece, il quadro diventa completamente nebuloso.
La stoccata
Poi la stoccata a Palazzo Raffaello: «Non contiamo niente sui tavoli regionali e nazionali e, per invertire questa tendenza, la giunta Acquaroli dovrebbe dare un segnale al territorio, garantendo un assessore al Fermano nel prossimo rimpasto. La situazione non è più gestibile, né tollerabile». Linea di pensiero condivisa dal primo cittadino di Porto San Giorgio Valerio Vesperini, che si dice «deluso, come sempre. Ormai non so neanche più cosa dire. Mi auguro solo che anche altri sindaci, come me, si facciano sentire. Capisco l’idea di procedere per stralci nella realizzazione dell’arretramento, ma almeno il progetto deve essere unitario. Invece, i progetti si fanno a nord e il sud, mondo a sé stante, resta sempre tagliato fuori».
Il nodo Falconara
Ma anche a Falconara - che almeno viene presa in considerazione nell’ipotesi di prolungamento del bypass del nord, seppur solo per una riflessione sulla fattibilità dell’operazione - la fascia tricolore Stefania Signorini scende sul piede di guerra: «Un’ipotesi progettuale di arretramento della ferrovia che ci tagli fuori, insieme a tutte le località costiere a sud della nostra città, non solo sarebbe miope e incompleta, ma suonerebbe come una beffa. Appena due mesi fa il ministro uscente Giovannini aveva annunciato un arretramento fino a Falconara, facendo intendere che il nostro territorio sarebbe stato compreso nel primo intervento di spostamento dei binari», ricorda la sindaca. Posizione diventata oggi molto meno netta. «Serve uno studio di fattibilità da Fano a San Benedetto del Tronto e un cronoprogramma che offra a tutti i Comuni costieri, ora schiacciati dalla ferrovia, una prospettiva di sviluppo: liberare la costa dai binari - conclude la sindaca - significa permettere alle città di riappropriarsi della loro spiaggia, per rilanciare i territori sotto il profilo turistico, urbanistico e di conseguenza economico. Confido ancora una volta nell’impegno del governatore Acquaroli, che resta il principale interlocutore del Governo». La speranza è l’ultima a morire.