Era presente il vice ministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami che ha parlato delle priorità della regione: «La terza corsia è un asse importante e strategica non solo per la regione Marche, ma anche per il Merdione perché per il Governo l’obiettivo è arrivare a toccare la Puglia. Il tavolo tecnico al ministero sta operando per attutire disagi e impatti agli utenti e arrivare a realizzare quella che è la soluzione vera della questione: la realizzazione dei 41 km che mancano nella regione Marche di terza corsia. Stiamo ragionando di due lotti funzionali con interventi differenti per salvaguardare tutti gli interessi».
I temi
Altro tema quello dell’arretramento della ferrovia. «La posizione del Governo è chiara – ha spiegato Bignami – il tema è importante anche per l’Europa. Per noi è un progetto essenziale ma non vogliamo che vada a impattare rispetto alla vocazione economica e turistica delle Marche. Vogliamo evitare disagi ai comuni. L’idea è quella di mantenere una linea litorale per il trasporto pubblico locale, ma non per il trasporto merci che non sono compatibili in questa fase con le istanze della costa». Infine un cenno alla Fano-Grosseto. «Un’opera che passa per la risoluzione della galleria della Guinza, una delle grandi incompiute nazionali – ha chiuso il viceministro - abbiamo sbloccato il nodo della canna, passo chiave per il ricongiungimento dell’arteria stradale».
L'assessore Baldelli
Al tavolo anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli: «Dobbiamo recuperare venti anni di mancata visione in dal punto di vista infrastrutturale, cosa che portato a gravi ritardi. Una regione trasformata dai parametri europei da sviluppata a in via di transizione perché mancano proprio le precondizioni di sviluppo ovvero infrastrutture. Stiamo correndo quindi su porto, aeroporto, interporto, strade».
Rispetto alla terza corsia Baldelli ha confermato «due ipotesi progettuali chieste ad autostrade.
La visione
Il Presidente di Feding Marche Massimo Conti ha rilevato: «Tra dieci anni siamo tutti certi con architetti e geologi che avremo una regione nettamente modificata, molto più moderna a partire dalla nuova infrastruttura ferroviaria e il potenziamento della Orte Roma. Dobbiamo anche consentire il rientro nelle aree interne del cratere di quanti hanno sovraffollato la costa».
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