L’A14 senza la terza corsia un freno alla vocazione turistica

L’A14 senza la terza corsia un freno alla vocazione turistica

di Lolita Falconi*
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Sabato 27 Aprile 2024, 01:15

Il tragico incidente avvenuto lo scorso 4 aprile lungo l’A14, costato per l’ennesima volta una vita umana, ha riacceso i riflettori sulla situazione in cui versa l’autostrada nel territorio compreso tra Porto Sant’Elpidio e San Benedetto del Tronto. Una quarantina di chilometri di asfalto che corrono lungo quattro corsie, due per ogni senso di marcia, divenuti negli ultimi anni una sorta di “tratto maledetto”. A gallerie e curve si aggiungono da anni cantieri infiniti e riduzioni di carreggiata che rendono il tutto pericolosissimo. Una situazione non più sostenibile visto peraltro che un’altra estate è alle porte, che il traffico aumenterà notevolmente con i conseguenti inevitabili (purtroppo) disagi. Due i filoni su cui lavorare con impegno: la terza corsia come obiettivo di lungo periodo, la chiusura dei cantieri come obiettivo di breve. E’ pacifico infatti che l’unica possibilità all’orizzonte per l’alleggerimento delle criticità sull’autostrada che attraversa il Fermano e l’Ascolano sarebbe la realizzazione della terzia corsia.

Un’opera strategica, che a conti fatti non sarà però terminata prima di almeno 15-20 anni, dai costi che sappiamo essere molto ingenti. Tempi lunghi che fanno tornare alla mente (e generano un po’ di amarezza) il fatto che nei primi anni 2000 il treno per la realizzazione della terza corsia fino a Pedaso era passato concretamente e furono le amministrazioni di Fermo e Porto San Giorgio, all’epoca, a mettersi di traverso. Erano altri tempi, per carità, prevalsero valutazioni di tipo ambientale e naturalistico. C’erano altre mentalità. Molta acqua è passata da allora sotto i ponti, il mondo è andato avanti, le sensibilità oggi sono diverse ma soprattutto per la mole di traffico che percorre giornalmente la costa adriatica è impensabile continuare così. Finalmente nei mesi scorsi Aspi, Regione e Comuni costieri interessati dal passaggio dell’A14 hanno raggiunto un accordo di massima sulla terza corsia. Da Porto Sant’Elpidio fino a Pedaso si potrà andare all’ampliamento dell’attuale carreggiata, come è stato fatto d’altronde (e bene) nella zona nord della regione. Da Pedaso a San Benedetto si realizzerà invece un mini arretramento di qualche chilometro a tre corsie verso sud mentre l’attuale tracciato autostradale si potrà percorrere in direzione nord sfruttando tutte le quattro corsie già esistenti.

Un’idea di massima condivisa da Regione e sindaci e non era scontato per niente viste le resistenze del passato. Il problema è che il tempo passa e nulla ancora si muove (soprattutto in termini di stanziamento di risorse) mentre sull’autostrada si continua a morire. Eppure il territorio, specie quello del Fermano ma anche l’Ascolano, chiede a gran voce che si faccia presto.

Lo chiede il mondo delle imprese, con Confindustria, Cna, Confartigianato e sindacati in prima linea perché questo tratto di autostrada penalizza anche lo sviluppo economico della zona. Di fronte alle chiare difficoltà della manifattura, dovute a cause di lungo corso e contingenze sfavorevoli, infatti, da tempo si sta cercando di indirizzare il futuro dell’economia verso una vocazione turistica, legata ai servizi, all’accoglienza e alla ricettività. E la bellezza del territorio costiero marchigiano si presta a questo tipo di sviluppo ma la pessima situazione infrastrutturale dell’autostrada sta costringendo molti a rinunciare a questo futuro. Il tratto di autostrada da Porto Sant’Elpidio a San Benedetto è un freno per il turismo, per chi fa impresa e anche per chi sulle corsie autostradali fa viaggiare merci, persone, vite umane. Se sulla terza corsia bisogna marciare compatti come obiettivo di lungo periodo, la stessa cosa deve succedere per ottenere una svolta immediata nel breve sul fronte dei cantieri. Nei giorni scorsi, dopo l’ennesimo tragico incidente, le imprese del territorio fermano e ascolano si sono unite agli amministratori locali per chiedere di capire a che punto sono gli infiniti lavori, quando finiranno restringimenti, deviazioni, aperture e chiusure, restringimenti e salti di carreggiata. Tornare a viaggiare su tutto il tratto a due corsie per senso di marcia sarebbe già un primissimo importante risultato. Due fronti, due obiettivi che le Marche del sud devono cogliere parlando a una sola voce. Per evitare gli errori del passato.

*caposervizio redazioni Macerata e Fermo del Corriere Adriatico

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