Ma l'Alta velocità in arretramento? Sull'Adriatica ancora all'anno zero

Ma l'Alta velocità in arretramento? Sull'Adriatica ancora all'anno zero
Ma l'Alta velocità in arretramento? Sull'Adriatica ancora all'anno zero
di Martina Marinangeli
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Giovedì 6 Aprile 2023, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 12:48

ANCONA - Ma che fine ha fatto il progetto dell’Alta velocità in arretramento lungo la linea Adriatica? Arretramento per mesi al centro di infuocate polemiche politiche tra chi voleva procedere con i bypass già finanziati (i sindaci di Pesaro e Fano, entrambi di centrosinistra) e chi chiedeva un progetto complessivo declinato su tutte le Marche (la Regione, targata centrodestra). E l’attenzione tenuta alta dallo spauracchio dei 176 treni merci al giorno stimati da Rfi, conseguenza del fatto che la direttrice Adriatica, inserita nei Corridoi europei, viene presa come riferimento del traffico merci che dai porti di Gioa Tauro e Taranto arriva nel Nord Europa. 


Lo stato dell’arte


Per l’ex ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini le Marche erano diventate una specie di incubo. Poi, dopo l’insediamento del nuovo Governo, i toni si sono abbassati e la questione è di fatto sparita dai radar. A che punto siamo? Sempre all’anno zero. E si procederà per bypass o si può ragionare sulla realizzazione di una seconda coppia di binari in arretramento per le merci, lasciando quelli attuali al trasporto pubblico locale come metropolitana di superficie? In questi mesi di silenzio radio, il dilemma non è stato sciolto. E le Marche, insieme ad Abruzzo e Molise, restano le uniche tagliate fuori dall’Alta velocità nella mappa italiana (al netto di Sardegna e Valle d’Aosta, per ovvie ragioni). RfI fa sapere che lungo la ferrovia Adriatica «sono già in corso opere di potenziamento finalizzate alla velocizzazione ed al potenziamento della linea», di cui già si parlava anche all’epoca delle polemiche andate in scena la scorsa estate. «Il Contratto di Programma Rfi-Mit 2022/2026 - prosegue Ferrovie - prevede un finanziamento di 5 miliardi di euro per il quale al momento sono in corso degli studi preliminari. Gli interventi oggetto di studio sono finalizzati alla velocizzazione e a un incremento della regolarità lungo l’intero asse adriatico».

Tra le ipotesi progettuali, «anche il parziale o totale arretramento o quadruplicamento dell’attuale linea».


Le ipotesi


Ipotesi progettuali: l’anno zero, appunto. Studi per i quali Rfi ha messo a bilancio 100mila euro. «Nell’ambito dello studio si stanno analizzando diversi scenari implementabili nel medio/lungo periodo. Nel corso del 2023, Rfi svilupperà il Documento di fattibilità delle alternative progettuali degli interventi dell’intera direttrice, consolidando così le scelte di tracciato sulle quali finalizzare, per la fase finanziata, il relativo Progetto di fattibilità tecnica ed economica». Un progetto è tuttavia già stato finanziato con 1,8 miliardi di euro nella Legge di Bilancio approvata nel 2021: quello del bypass di Pesaro che si allunga fino a Fano. «La Regione aveva chiesto di sviluppare il progetto fino a Senigallia, per poi proseguire con i lotti del Sud - ripercorre le tappe il sindaco di Pesaro Matteo Ricci - .Nella Finanziaria approvata lo scorso dicembre, i finanziamenti per queste voci non c’erano, ma il Governo si era appena insediato ed era difficile che si potessero stanziare tali risorse. Speriamo che vengano previste nella prossima Finanziaria». 


In Commissione Trasporti


Considerando che la Regione ne ha fatto un cavallo di battaglia, è una speranza bipartisan condivisa. Tanto che l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli, ascoltato il 29 marzo nella Commissione Trasporti della Camera, non ha mancato di ribadire le richieste. «Il governo precedente ha individuato l’Adriatica come linea preferenziale del trasporto merci. I 5 miliardi stanziati sono insufficienti se vogliamo rispondere a questo obiettivo. E non possiamo intervenire con delle varianti puntuali, ma dobbiamo richiedere con forza una dorsale Adriatica Bologna-Bari in arretramento con un quadruplicamento dei binari. Un unico progetto, pur a stralci». Le istanze del territorio sono chiare. Se le vedremo o meno concretizzarsi, è tutta un’altra storia.
 

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