Da industria ad hub, gli ex Capannoni Rossini di Macerata avranno nuova vita

Da industria ad hub, gli ex Capannoni Rossini avranno nuova vita
Da industria ad hub, gli ex Capannoni Rossini avranno nuova vita
di Mauro Giustozzi
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Lunedì 6 Novembre 2023, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 12:37

MACERATA - Un progetto nato sei anni fa, cantiere poi aperto nel 2020 e conclusione lavori 2023. Terminato l’intervento agli ex Capannoni Rossini con gli ultimi lavori di rifinitura che hanno riguardato la sostituzione di un cancello carrabile, pedonale e di un tratto di recinzione antistante il sito di via Cincinelli per un importo totale di 14.274 euro. Le strutture sono state rigenerate, gli edifici hanno ripreso la forma originaria rinnovata sia nella parte delle mura che di soffitti e tetti. 

 

Sistemati anche gli arredi interni negli edifici rigenerati resta solamente l’ufficializzazione e l’inaugurazione dei nuovi Capannoni Rossini, cosa che dall’amministrazione comunale fanno sapere avverrà a breve. Resta da definire cosa troverà posto in questi spazi tornati a vivere nell’area che si trova alle spalle della stazione ferroviaria. L’intenzione sin dal primo momento è stata quella di allestirci un hub educativo-sociale dedicato ai giovani. Le ipotesi sono svariate, ma una decisione definitiva non è stata ancora presa: potrebbe nascere qui una sorta di campus musicale, trasferendovi la scuola Liviabella attualmente collocata all’Asilo Ricci, oppure uno studio di registrazione musicale. Di certo c’è che il Comune ha partecipato al bando Pnrr che include anche l’allestimento di hub educativo sociale ai Capannoni Rossini ed una volta avuto l’esito di questo bando sarà affrontata anche la questione gestione del sito. Tornando però alla conclusione dei lavori del cantiere bisogna sottolineare come l’opera di recupero del manufatto ha subito rallentamenti nel corso del suo cammino iniziato sotto l’amministrazione Carancini e che si è concluso col sindaco Parcaroli. Un iter del progetto che addirittura risale all’autunno del 2017 quando il Comune di Macerata firmò a Brescia la convenzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri per beneficiare del finanziamento previsto dal Piano nazionale per la riqualificazione delle aree urbane degradate. 

Furono ammessi a finanziamento 45 progetti e Macerata si classificò al decimo posto Da allora trascorsero altri tre anni prima di poter vedere avviato finalmente il cantiere degli ex Capannoni Rossini: era l’estate 2020 quando l’impresa Costruzioni Penzi di Maddaloni (Caserta) diede il via alle prime lavorazioni nell’ex sito industriale. Un cantiere che ha accusato qualche intoppo nel suo sviluppo, dovuto certamente alla particolarità dell’intervento ed in parte al reperimento dei materiali costruttivi ed all’aumento prezzi, che è stato più difficoltoso soprattutto durante lo scorso anno. Va anche ricordato come nella procedura di ristrutturazione di questa area si siano verificati rallentamenti dovuti anche ad un paio di varianti in corso d’opera che hanno portato allo slittamento delle tempistiche che erano state ipotizzate per il termine del cantiere. 

Del resto si sono dovuti apportare opportuni accorgimenti tecnici connaturati al fatto che si è lavorato su edifici che avevano necessità di radicale ristrutturazione e riqualificazione, mantenendone la funzionalità e l’aspetto architettonico.

Siamo arrivati a novembre 2023 e si può dire che stavolta finalmente si sia giunti nella fase conclusiva ed entro i prossimi giorni il manufatto completato tornerà a disposizione del Comune. La ristrutturazione degli ex Capannoni Rossini rientra nel progetto Open Working Lab che ha ricevuto i finanziamenti ministeriali previsti dal piano nazionale per la riqualificazione delle aree urbane degradate per un totale di 2 milioni di euro. Il progetto si è posto come obiettivo non solamente quello di effettuate un recupero architettonico di un non-luogo, ma anche e soprattutto di valorizzare l’ex contenitore industriale, dandogli una nuova dinamicità sociale e produttiva: questo con particolare riferimento ai settori dei servizi alla persona, nella duplice matrice sociale e culturale, e dell’innovazione d’impresa. All’interno saranno ricavati spazi e ambienti destinati a differenti finalità, ognuna delle quali potrà operare in autonomia, offrendo al tempo stesso una complessiva strategia di sinergia tra le parti. L’area in questo modo può diventare un’importante occasione di rivitalizzazione sociale e produttiva per l’intero quartiere che gravita intorno a viale Don Bosco. 

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