Gli chalet di Porto Sant'Elpidio dopo la mareggiata: «Forza con i lavori, quelle scogliere sono la salvezza»

Gli chalet di Porto Sant'Elpidio dopo la mareggiata: «Forza con i lavori, quelle scogliere sono la salvezza»
Gli chalet di Porto Sant'Elpidio dopo la mareggiata: «Forza con i lavori, quelle scogliere sono la salvezza»
di Sonia Amaolo
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Lunedì 19 Settembre 2022, 08:26

PORTO SANT'ELPIDIO - Hanno smesso di prendere ansiolitici e guardano con speranza al futuro gli operatori balneari a sud di Porto Sant’Elpidio, neanche il maltempo dei giorni scorsi ha messo paura più di tanto. Qui è il tratto della costa fermana più a rischio e qui l’allarme è tornato a suonare dopo l’ondata di maltempo dei giorni scorsi che ha portato morte e distruzione fra Ancona e Pesaro. Ma sarà che gli chalet sono abituati al peggio e adesso la tragedia, quella vera,  ha riguardato altre zone, il litorale ha tirato un sospiro di sollievo.  La ragione di quest’ottimismo è la chiatta in mare e i primi scogli fuori dall’acqua. «Ricordo la mareggiata del 2019, siamo sprofondati – dice Simone Ricci di Luna Rossa : da quel giorno andavamo avanti a Xanax, abbiamo smesso quando abbiamo cominciato a vedere la chiatta in mare. Sono speranzoso, la ditta che è al lavoro è serissima, meglio non si poteva sperare. Ci abbiamo speso tanto per questo chalet e sono soddisfatto perché qualcosa si muove».


I piatti


Rumore di piatti in sottofondo a metà pomeriggio, segno di pienone nello chalet. «In questo momento sotto schiaffo sono tutti quelli della zona sud fino al Veliero» dice Fiorenzo Talamonti del Tropical, anche da lui fragore di bicchieri e un vociare che indica tanta gente a tavola, «per tanti anni abbiamo combattuto – continua – sono stati anni passati a riaggiustare le strutture, anni sacrificati. Con meno ombrelloni in spiaggia ci sono meno persone a pranzo e meno gente a prendere il caffè. Abbiamo perso la clientela con la spiaggia, ora siamo felici di vedere i lavori per gli scogli, presto completeranno il primo tratto e spero che, appena finito, comincino subito il tratto che dal Veliero arriva a via Curtatone». Questa è la fase che va dalle Mimose a via Curtatone, il cantiere era stato predisposto a giugno, poi c’era stato il fermo a Ferragosto e il 14 settembre è cominciata la posa degli scogli in mare.

Il sindaco Nazareno Franchellucci ha fatto sapere che si dovrebbe appaltare subito il secondo tratto, dal Fosso del Palo all’ex Orfeo Serafini, le coperture ci sono, anche se è da vedere quanto inciderà l’aumento dei prezzi delle materie prime. Al lavoro sono le ditte Carmar Sub ed Eurobuilding. Come ha spiegato il vicesindaco Daniele Stacchietti, al fianco dell’area trattata c’è il ripascimento per mitigare gli effetti sottoflutto.


I timori


Si canta vittoria ma con la bandiera a mezz’asta perché l’inverno deve ancora arrivare. Lo fa notare Stefano Alessandrini del Trentasette che afferma: «Speriamo che facciano in tempo a mettere gli scogli prima delle mareggiate, il peggio non è ancora arrivato, per non parlare della Bolkestein». Isabella Bianchini del Crazy Summer parla per conto di tutta la famiglia che gestisce la struttura, «finalmente qualcosa si muove dopo 25 anni. Siamo contenti, ci viviamo con le calamità, sono il nostro presente, trovo inutile lamentarsi. Ci erano arrivate segnalazioni, sapevamo che ci sarebbe stato un forte vento e abbiamo tolto lettini e ombrelloni». Le scogliere emerse sono l’unica soluzione all’erosione, ci sono gli studi a dimostrarlo, ma non mancano voci fuori dal coro. Legambiente fa notare che «durante lo scorso inverno la situazione nel lungomare sud è migliorata e in qualche caso si è ricostituita la spiaggia. Da sempre sosteniamo che le cause del dissesto dipendono da interventi costieri e sui fiumi che non hanno tenuto conto degli equilibri ambientali e della salvaguardia della spiaggia che, nel migliore dei casi, è stata intesa prioritariamente come area turistico-commerciale. In quest’ottica si è ostacolato il ripascimento naturale. Ora, nei giorni in cui il cambiamento climatico ha seminato lutti e distruzioni come non mai in Regione, appare assurdo fare interventi quali il rifiorimento delle scogliere soffolte con la costruzione della scogliera emersa e la vasca di raccolta dell’acqua piovana».

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