FERMO «Siamo stati traditi da tutte le associazioni di categoria». Era questo uno dei primi cartelli che campeggiava su uno dei trattori per la protesta degli agricoltori di ieri. L'«agricoltura italiana non si tocca è cibo per tutti». E ancora: «La sovranità alimentare è degli agricoltori». «Hai mangiato oggi? Ringrazia gli agricoltori». «No agricoltori, no future». Sono andati avanti così per tutto il giorno, ieri, in un serpentone che contava 18 trattori (questi quelli concessi dalla Questura) che a suon di clacson e striscioni hanno urlato il loro messaggio di dissenso. La protesta ha raggiunto una portata europea.
Il tragitto
La manifestazione di ieri, partita da Marina Palmense, è stata organizzata senza i sindacati ma dal Comitato agricoltori riuniti (Cra), contro le politiche agricole comunitarie e nazionali.
Uno degli organizzatori di quello che è stato il terzo presidio in Italia, è Luigino Vitali che ha un'azienda di cereali a Montottone: «Non è una piccola protesta. È una manifestazione che coinvolge tutta l'Europa. Il problema sono le politiche europee che spingono al green e vengono contro di noi. Hanno fatto una Pac con i contributi agricoli comunitari che ci da vincoli troppo restrittivi e assurdi. Ci impongono il 4% di terreno da lasciare incolto. La produzione italiana di grano con le regioni produttrici principali (Sicilia, Puglia e Marche) copre il 40% del fabbisogno di grano in Italia. Allora perché ricorrere al grano dal Canada, con la contraddizione di lasciare in sodo la terra quando noi andiamo a comprare i prodotti fuori?». Ma ci sono anche problemi molto più gravi. «Non si riesce a controllare le importazioni - ha ripreso Vitali -. Noi facciamo grano sano, con fitosanitari autorizzati dalla comunità europea, rispettiamo tutti i disciplinari e poi arriva il grano dal Canada, dove non c'è il clima per fare il grano, dove trebbiano con la neve e utilizzano il glifosate, grano che poi viene utilizzato per fare la pasta. È una cosa che non riguarda solo il reddito ma anche la salute. Ci sono politiche sballate che spingono verso cibi di nuova generazione e farine dei grilli».
L’obiettivo
Gli agricoltori sperano di arrivare sui tavoli del Governo nazionale e di quella via di essere ascoltati dai vertici europei: «La protesta è europea, qualcosa a Bruxelles si dovrà muovere. Il Governo italiano dovrà rappresentarci. Vogliamo trattare direttamente con il Governo. Oggi (ieri, ndr) i nostri colleghi del Lazio, sono andati a Roma. Speriamo che qualcosa si muova» ha concluso Vitali.