FERMO - L’incremento dell’export nel primo trimestre 2023 porta la calzatura fermana sopra i numeri del 2019, l’anno prima della pandemia. Ma a far tremare il distretto è, ancora una volta, la Russia. In questa occasione per via della svalutazione del rublo, finito intorno quota 100 nei confronti con l’euro (1 euro = 100 rubli). In questo periodo i calzaturifici fermani stanno effettuando le spedizioni delle calzature invernali destinate al mercato russo. Produzione e spedizioni che proseguiranno, indicativamente, fino alla prima settimana di agosto.
«In questo momento, i clienti russi tendono a prorogare le scadenze dei pagamenti in attesa di vedere il rublo rivalutarsi almeno fino a 80 contro euro.
Le notizie buone arrivano dai dati. Nel primo trimestre 2023, Fermo si piazza al quinto posto tra le province italiane per valore esportato. Perde una posizione a favore di Venezia, nonostante un lusinghiero +23,3% (+34,2% per Venezia). Fermo precede proprio Macerata, che invece mette a segno un ottimo +21,8%. Fermo è +2,1% rispetto al valore del 2019. Molto diverso dal +41,5% dell’import.
Cresciuto però appena del 3,2% nel primo trimestre 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022. È evidente che una consistente percentuale dell’aumento dell’export derivi dall’incremento dei prezzi di vendita a causa dell’inflazione. Non a caso, a livello italiano, nello stesso periodo gennaio-marzo 2023, l’export cresce in valore del 16,1% ma perde il 2% in quantità. Nell’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda, le imprese aderenti ad Assocalzaturifici, pur restando positive, evidenziano una progressiva decelerazione del business per il prosieguo dell’anno. E in termini di volume il rallentamento è ancora più evidente.
Per la presidente di Assocalzaturifici Giovanna Ceolini: «I costi elevati di energia e materie prime rappresentano attualmente il problema maggiore per le imprese calzaturiere». A preoccupare il settore anche le crescenti difficoltà riguardanti l’accesso al credito. Il 39% degli intervistati (quota che sale al 51% se non consideriamo le imprese che non ne fanno uso) ha visto un peggioramento della situazione. Inoltre, il problema del reperimento di manodopera qualificata viene ritenuto rilevante dall’84% degli imprenditori. Fermo non ne è certo immune.