Export, il Fermano è quinto in Italia. Ma è allerta Russia

Export, il Fermano è quinto in Italia
Export, il Fermano è quinto in Italia
di Massimiliano Viti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Luglio 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 13:13

FERMO -  L’incremento dell’export nel primo trimestre 2023 porta la calzatura fermana sopra i numeri del 2019, l’anno prima della pandemia. Ma a far tremare il distretto è, ancora una volta, la Russia. In questa occasione per via della svalutazione del rublo, finito intorno quota 100 nei confronti con l’euro (1 euro = 100 rubli). In questo periodo i calzaturifici fermani stanno effettuando le spedizioni delle calzature invernali destinate al mercato russo. Produzione e spedizioni che proseguiranno, indicativamente, fino alla prima settimana di agosto.


«In questo momento, i clienti russi tendono a prorogare le scadenze dei pagamenti in attesa di vedere il rublo rivalutarsi almeno fino a 80 contro euro.

Più o meno lo stesso cambio di quando hanno effettuato l’ordine» precisa Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria Fermo. Ma c’è anche un altro rischio. Che il buyer russo preferisca non effettuare il pagamento del saldo, rinunciando a ricevere le calzature ordinate ma già prodotte. O ancora che il buyer russo, pur senza eseguire il previsto pagamento del saldo della fornitura, chieda comunque le scarpe ordinate. In questo caso i calzaturieri si troverebbero di fronte ad un bivio: chiudere gli occhi, fidarsi dei clienti, sperare in una pronta rivalutazione del rublo ed effettuare la spedizione. Se poi qualcosa andrà storto, servirà una mediazione, spesso condita con degli sconti, per indicare la via di uscita. «Bisognerà vedere come si evolverà la situazione. Dopo la prima settimana di agosto avremo un quadro più chiaro della situazione in base al comportamento dei clienti» precisa Lorenzo Salvatelli, della pelletteria Carlo Salvatelli di Montegranaro.

Le notizie buone arrivano dai dati. Nel primo trimestre 2023, Fermo si piazza al quinto posto tra le province italiane per valore esportato. Perde una posizione a favore di Venezia, nonostante un lusinghiero +23,3% (+34,2% per Venezia). Fermo precede proprio Macerata, che invece mette a segno un ottimo +21,8%. Fermo è +2,1% rispetto al valore del 2019. Molto diverso dal +41,5% dell’import.

Cresciuto però appena del 3,2% nel primo trimestre 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022. È evidente che una consistente percentuale dell’aumento dell’export derivi dall’incremento dei prezzi di vendita a causa dell’inflazione. Non a caso, a livello italiano, nello stesso periodo gennaio-marzo 2023, l’export cresce in valore del 16,1% ma perde il 2% in quantità. Nell’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda, le imprese aderenti ad Assocalzaturifici, pur restando positive, evidenziano una progressiva decelerazione del business per il prosieguo dell’anno. E in termini di volume il rallentamento è ancora più evidente.


Per la presidente di Assocalzaturifici Giovanna Ceolini: «I costi elevati di energia e materie prime rappresentano attualmente il problema maggiore per le imprese calzaturiere». A preoccupare il settore anche le crescenti difficoltà riguardanti l’accesso al credito. Il 39% degli intervistati (quota che sale al 51% se non consideriamo le imprese che non ne fanno uso) ha visto un peggioramento della situazione. Inoltre, il problema del reperimento di manodopera qualificata viene ritenuto rilevante dall’84% degli imprenditori. Fermo non ne è certo immune.

© RIPRODUZIONE RISERVATA