FERMO - Prima c’era un’ex scuola in stato di degrado; ora, dopo i lavori effettuati nei mesi scorsi, un nuovo centro polivalente con area attrezzata. Lo spazio in questione è quello che si trova davanti all’abbazia di San Marco alle Paludi e il taglio del nastro, dopo il recupero, c’è stato domenica scorsa. Un nuovo centro polivalente destinato a essere spazio per la socialità, per l’aggregazione, per il gioco. Un edificio che ha una sala che può ospitare diverse attività: da quelle ricreative alle culturali, senza dimenticare la formazione; con tanto di cucina attrezzata e servizi.
All’esterno del nuovo edificio un campo, anch’esso polivalente, destinato alle attività sportive.
All’inaugurazione, oltre al sindaco e agli assessori Ingrid Luciani, Mauro Torresi, Mirco Giampieri, Alessandro Ciarrocchi, Micol Lanzidei e ai consiglieri comnali Luciana Mariani e Massimo Ferroni, agli sbandieratori di contrada Fiorenza, ai tamburini di contrada Capodarco e al priore Stefano Postacchini, c’era anche l’arcivescovo Rocco Pennacchio. Durante la benedizione, l’arcivescovo ha evidenziato «l’importanza della socialità e degli spazi aggregativi, soprattutto dopo due anni di emergenza sanitaria». La preghiera ad hoc l’ha scritta Monsignor Vinicio Albanesi, parroco del quartiere e Abate dell’Abbazia di San Marco, che ha augurato, come scritto nella targa del centro, di «stare sempre uniti e in condivisione».
Quindi spazio all’album dei ricordi, con quelli dei tempi della scuola da parte della signora Rosina Monterubbiano che, nella scuola che ora non c’è più ha insegnato, e a una partita di calcetto (2-2 il finale) tra amministratori e centro sociale. Emozionato, il presidente del centro sociale Claudio Monterubbiano ha parlato di un «giorno da ricordare per San Marco, che acquisisce un’identità di quartiere. Colmiamo la mancanza di uno spazio per incontrarsi e far giocare i bambini all’aria aperta». Del resto i centri sociali conoscono bene le necessità dei quartieri dove si trovano a operare. E questo lo riconosce anche l’assessore ai Servizi sociali Mirco Giampieri.
«Il lavoro dei centri sociali – dice – è encomiabile. Il territorio della città è molto ampio, e in città ci sono 18 centri sociali che sono quasi come degli sportelli comunali. Da loro ci arrivano moltissime indicazioni su quello che serve e su quanto manca. Come accadeva anche per San Marco alle Paludi, che fino a ieri manifestava il bisogno dell’area aggregativa. Molti organizzano attività culturali, con incontri come quello di Villa Vitali, tanti cercano la propria identità. Tutti vivono la vita dei rispettivi quartieri, e cosa molto importante, in tempo di pandemia hanno anche organizzato raccolte per chi era in difficoltà». Si va avanti nella valorizzazione di queste realtà, cercando di ampliare gli spazi aggregativi, anche per bambini e ragazzi. «Come per i giochi nel rione Murato» annuncia l’assessore.