PESARO Un edificio imponente ma abbandonato a ridosso della spiaggia, più volte oggetto di aste, mai andate a buon fine. Ma oggi l’ex colonia Villa Marina, ricoperta da pannelli antidegrado ispirati a Pesaro Capitale italiana della Cultura, diventa protagonista del progetto di ricerca partecipativa “La pelle sotto: decolonizzare Villa Marina” attraverso eventi artistici e momenti di confronto pubblico.
La storia
Ieri l’inaugurazione di “Bagno Sole” installazione fotografica di grandi dimensioni che dà il via all’intero progetto. Installata sopra una delle pareti della colonia, quella che guarda verso la piscina e l’accesso in viale Trieste, accosta la storia dell’edificio di epoca fascista ad immagini di altri contesti con realtà differenti, solo apparentemente slegate dalle vicende di Pesaro. «Obiettivo di questa fotografia è riportare lo sguardo dei cittadini verso un “patrimonio scomodo” della città troppo a lungo abbandonato - spiegano gli autori Nicola Perugini e Tommaso Fiscaletti – “La Pelle Sotto” è un progetto che vorremmo sviluppare attraversando linguaggi e media differenti, nel tentativo di arricchire la percezione che abbiamo della colonia di Villa Marina, riconsiderando ciò che rappresenta».
Inaugurata nel 1928 la colonia nasce con una doppia funzione: ospitare i bambini provenienti da classi disagiate e rafforzare “la salute dei corpi” attraverso l’elioterapia e il soggiorno marino per costruire una “stirpe italica” capace di colonizzare altre popolazioni del continente africano.
L’oggi e il futuro
«Il programma di Pesaro 2024 è nato dai bisogni e dai desideri degli abitanti di oggi per sviluppare azioni concrete di riscrittura urbana e culturale a vantaggio degli abitanti futuri – è intervenuto l’assessore alla Cultura Daniele Vimini - questa matrice civica emerge molto chiaramente anche in questo progetto che attraverso lo studio di materiali e archivi che documentano un luogo iconico della città, rilegge la geografia urbana del presente portando a galla una memoria ingombrante su cui serviva luce».