Distretto del cappello, cresce l’export a Fermo. Marzialetti: «Ma serve manodopera specializzata»

Cresce l'export nel distretto del cappello
Cresce l'export nel distretto del cappello
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Lunedì 3 Luglio 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 11:26
FERMO - Il distretto del cappello si unisce alle richieste del settore moda della provincia di Fermo. Lo fa attraverso Paolo Marzialetti, presidente nazionale settore cappello e vicepresidente Federazione italiana industriale dei Tessilivari e del cappello che aderisce a Confapi – Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria Privata. Il distretto Fermano-Maceratese del cappello conta circa 90 imprese e 1.400 addetti, indotto compreso. Pesa circa il 70% dell’industria nazionale del settore. Ed è concentrato nei comuni di Montappone e Massa Fermana, dove risiedono oltre l’80% delle aziende. 


Per Marzialetti le questioni da affrontare sono la Zes e l’area di crisi complessa, che sono «irrinunciabili, visto che le Marche sono considerate “in transizione” e che il distretto del cappello ricade nel cratere sismico». A questo si lega anche la decontribuzione del 30% sui costi del lavoro, come già avviene per le aziende del Mezzogiorno. «L’abbiamo chiesta invano e ripetutamente e non è più rinviabile» rileva l’imprenditore, che punta il dito anche sulla «implementazione dei sistemi di trasporto viario, ferroviario ed aeroportuale, carenti sotto tutti i punti di vista». Marzialetti chiede un aeroporto che abbia collegamenti agli hub italiani ed europei in modalità permanente e non solo durante la stagione estiva. Poi il completamento della terza corsia autostradale, l’adeguamento dell’alta velocità ferroviaria, il collegamento del distretto con la Mezzina tramite l’adeguamento dell’esistente strada che costeggia l’Ete Morto e il relativo completamento della Mezzina in direzione Teramo. Oltre all’annosa questione della realizzazione della Mare-Monti, da innestare alla Pedemontana che collegherà Belforte del Chienti a Roccafluvione. «Queste sono opere che farebbero uscire il nostro distretto dall’isolamento infrastrutturale in cui si trova» commenta lo stesso Marzialetti.

Nel suo elenco di cose da fare, trovano spazio le problematiche legate alla restituzione dei crediti d’imposta ottenuti dalle imprese negli anni scorsi. 

La manodopera sparita


E soprattutto «il persistente problema della scarsità di manodopera specializzata». L’imprenditore punta sulla formazione e sulla collaborazione con gli istituti tecnici e professionali e le università. Mentre giudica «imprescindibile la formazione continua “On The Job” da svolgere all’interno delle imprese e da finanziarie attraverso il Fondo Sociale Europeo e il Pnrr, per poter «arginare e ribaltare questa tendenza che rischierebbe di far scomparire a breve interi comparti e distretti produttivi, incluso quello del cappello».
Marzialetti ha diffuso anche l’andamento del settore del cappello nel primo trimestre 2023 a livello nazionale. L’export è salito del 10,8% rispetto all’analogo periodo di un anno fa. Francia, Svizzera e Germania sono i primi tre mercati di destinazione, con la prima che guadagna il 40% mentre la seconda lo perde. Bene l’Asia con Giappone e Corea in grande crescita. Anche le importazioni salgono e con maggiore intensità dell’export: +22,2%. Quasi un terzo dell’import arriva dalla Cina, il cui valore importato è in linea con il primo trimestre 2022.«Resta ancora forte per noi la preoccupazione e l’incertezza derivanti dalle rinnovate sanzioni e restrizioni dovute al conflitto bellico» conclude Paolo Marzialetti. Insomma, un bilancio completo di un settore fortemente caratterizzante per il Fermano.

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