Dopo Micam, i calzaturieri fermani in Kazakistan: «La fiera è partita bene, sì a nuovi mercati»

Dopo Micam, i calzaturieri fermani in Kazakistan
Dopo Micam, i calzaturieri fermani in Kazakistan
di Massimiliano Viti
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Mercoledì 27 Settembre 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 11:43
FERMO - Prima giornata positiva ad Almaty, in Kazakistan, dove ieri si è aperto il salone “La Moda Italiana@Almaty”. L’appuntamento fieristico è organizzato da Assocalzaturifici, in collaborazione con Emi-Ente Moda Italia, e promosso da Aip-Associazione Italiana Pellicceria, Assopellettieri e Smi-Sistema Moda Italia. Al centro fieristico Dom Priemov, fino a domani espongono le collezioni 64 espositori, con oltre 85 marchi. Numeri record. Una ventina le aziende fermane presenti.


La tendenza


L’iniziativa ha visto duplicarsi gli espositori negli ultimi due anni. A conferma anche del crescente interesse del Kazakistan verso il fashion made in Italy. La prima giornata sembra confermare le buone aspettative degli operatori fermani. «I buyer che visitano questa fiera sono fedeli ai nostri prodotti e ai nostri brand», afferma Luca Guerrini del calzaturificio Blue Star di Montegranaro. «In questi ultimi anni l’export verso il Kazakistan sta crescendo.

Ma in questa edizione - prosegue Guerrini - dobbiamo tenere conto delle oscillazioni del tenge (la moneta kazaka, ndr) che rendono i nostri prodotti più costosi. Inoltre, nella stagione estiva ormai alle spalle, molti clienti non hanno registrato i sell out sperati. Nonostante questi fattori noi imprenditori siamo ottimisti». Anche Gianfranco Butteri, presente ad Almaty col marchio omonimo e con Lab Milano, è fiducioso.


La scelta


«Chi espone calzature maschili può contare anche sui buyer provenienti dai paesi limitrofi come Uzbekistan, Tagikistan, e gli altri» afferma Butteri. Che poi prosegue: «Sono tutti clienti che da tempo sono più propensi a comprare calzature da uomo. Lascia ben sperare anche il risultato del Micam. Che nonostante l’assenza dei russi è andato bene. E questo alimenta la nostra fiducia per fare bene sia ad Almaty, sia (e soprattutto) all’Obuv di Mosca».

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