Latte annacquato, indagato un camionista: scoperto un doppio fondo nel mezzo che lo trasportava

Latte annacquato, indagato un camionista: scoperto un doppio fondo nel mezzo che lo trasportava
Latte annacquato, indagato un camionista: scoperto un doppio fondo nel mezzo che lo trasportava
di Pierpaolo Pierleoni
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Sabato 19 Febbraio 2022, 10:42

AMANDOLA - Latte allungato con l’acqua durante il tragitto dalla cooperativa alla sede aziendale. Questa la singolare indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ascoli, che vede indagato un autotrasportatore. L’uomo avrebbe messo a punto un ingegnoso metodo per incrementare il guadagno, a scapito della qualità del prodotto.


L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Umberto Monti e dal sostituto Mara Flaiani, è partita poco meno di un anno fa, sulla scorta della segnalazione di un ex carabiniere.

Dopo mesi di approfondimenti, è emerso un meccanismo di cui era dotato il camion utilizzato per trasportare il latte da una cooperativa di Amandola alla sede jesina della Cooperlat Trevalli, uno dei maggiori gruppi caseari in Italia. Durante il tragitto tra il paese sui Sibillini e la centrale nell’Anconetano, parte del carico di latte veniva occultato in botole a scomparsa, che potevano essere azionate all’occorrenza, mentre il quantitativo mancante veniva riempito con acqua. L’indagine della magistratura ascolana si è concentrata in particolare su due automezzi. Al lavoro anche i carabinieri del Nas di Ancona.


I militari hanno messo sotto torchio il camionista. Dopo un interrogatorio serrato, avrebbe ammesso l’esistenza di un doppio fondo nella cisterna. Un telecomando azionava il meccanismo, così nel contenitore veniva fatta confluire dell’acqua, con una tempistica che consentiva di eludere abilmente i controlli. Il sistema messo a punto nei camion è stato rilevato anche dall’incidente probatorio disposto dalla procura di Ascoli sulle due autocisterne, entrambe sequestrate all’autotrasportatore. L’indagine continua per fare piena luce sulla vicenda. Diversi gli aspetti ancora da approfondire.

Per quanto tempo il sistema è andato avanti e con quali quantitativi? In che modo il latte occultato veniva rivenduto, incrementando così il margine di guadagno? Intanto il Gruppo Cooperlat rimarca di essere «esclusivamente parte lesa» nella vicenda e ora è «in attesa che la procura concluda le sue indagini». Così in una nota l’avvocato Antonio Squillace, consulente legale del Gruppo. «A ogni modo - si legge - si rimarca che tutti i siti produttivi facenti capo al Gruppo Cooperlat sono riconosciuti ai sensi del Regolamento 853/2004 e soggetti, sulla base della valutazione del rischio, a monitoraggio continuo (audit e controlli ufficiali) da parte delle autorità competenti».


Inoltre, ogni anno, «vengono condotti audit svolti da professionisti incaricati da organismi di certificazione indipendenti ed accreditati con lo scopo di controllare l’intero sistema. A questa attività il Gruppo Cooperlat aggiunge quotidianamente nei suoi siti produttivi, in fase di accettazione delle materie prime e durante tutta l’attività di produzione, rigidi controlli nel rispetto delle procedure interne».

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