A Pescara è arrivato già da qualche mese, prima ancora che il 12 luglio scorso, la sentenza d’appello rideterminasse la condanna dall’ergastolo a 24 anni. Marco Bianchi, uno dei giovani che nel settembre del 2020 a Colleferro uccisero a calci e pugni Willy Monteiro Duarte, ha deciso di riprendere il suo percorso di istruzione. Si è iscritto infatti ai corsi per detenuti che l’istituto superiore Aterno Manthoné, unico in Abruzzo, organizza ormai da molti anni nella casa circondariale di San Donato. Marco Bianchi è stato trasferito a Pescara dal carcere di Viterbo: dopo la condanna di primo grado è stato separato dal fratello Gabriele e i due stanno ora scontando la pena in due strutture di detenzione diverse. Non hanno mai ammesso la loro responsabilità nella morte di Willy, pestato perché intervenuto in difesa di un amico. La decisione di Marco Bianchi è comune a quella di altri sette detenuti, che hanno deciso di affrontare di nuovo il percorso scolastico. La struttura didattica è allineata, nell’orario e nell’organizzazione, a quella dei corsi serali per adulti ed è articolata in due indirizzi di studio: amministrazione, finanza e marketing e Sistemi informativi aziendali. Le lezioni, per un orario che impegna a seconda dell’anno di corso dalle 23 alle 31 ore settimanali, si svolgono all’interno della casa circondariale: gli insegnanti entrano osservando delle rigorose misure di sicurezza.
Ormai standardizzate negli anni: l’attività è infatti una delle più rilevanti che l’istituto ha messo in campo nel corso del tempo, ottenendo anche risultati importanti.
LABORATORI TEATRALI
In passato i detenuti sono stati coinvolti anche in laboratori teatrali: cinque anni fa portarono in scena, in collaborazione con gli allievi del corso serale, “La locandiera” di Goldoni; un gruppo di detenuti vinse la prima edizione del Premio d’Annunzio dedicato al tema “La casa natale”, organizzato dal Rotary club di Pescara nell’ambito del progetto Giovani e cultura. Gli studenti in quell’occasione, hanno realizzato un elaborato scritto (dal titolo “Racconto”) che ha colpito la giuria del concorso: «Per l’originale interpretazione - si legge nella motivazione - del tema proposto, in grado di trasformare il resoconto di una visita virtuale alla casa del poeta nella narrazione di un cammino culturale alla ricerca della poesia, quale sinonimo di libertà». In questo percorso si inserisce, da oggi, anche Marco Bianchi.
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