Ascoli, l'allarme di Levato (Hp Composites): «Concorrenza insostenibile con la Zes, rischio di fuga delle aziende in Abruzzo»

Ferraioli di Confindustria: «Il problema è più sentito nel sud delle Marche»

Ascoli, l'allarme di Levato (Hp Composites): «Concorrenza insostenibile con la Zes, rischio di fuga delle aziende in Abruzzo»
Ascoli, l'allarme di Levato (Hp Composites): «Concorrenza insostenibile con la Zes, rischio di fuga delle aziende in Abruzzo»
di Marco Vannozzi
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Mercoledì 3 Aprile 2024, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 12:57

ASCOLI - Abramo Levato lancia il grido d'allarme. Il direttore generale di Hp Composites, leader a livello mondiale nella progettazione e produzione di componenti in materiale composito rinforzato in fibra di carbonio, ha il suo cuore pulsante ad Ascoli, in zona Campolungo. Qui sorgono cinque capannoni, 22 mila mq di superficie coperta. Ma ad appena un chilometro c'è l'Abruzzo. Dove oggi c'è la Zes. E dove domani potrebbero fuggire tante aziende, ammaliate da incentivi, agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche. «Siamo al di qua del Tronto e prendiamo schiaffi. A poco più di un chilometro ci sono aziende nelle condizioni di fare proposte economiche molto più vantaggiose. Perché noi non possiamo usufruire della Zes? Le Marche devono porsi questo problema» tuona Levato.

I numeri

Hp Composites ha 620 dipendenti a tempo indeterminato che arrivano a 800 nei periodi di punta della produzione. Con l'indotto sono coinvolte migliaia di persone. Dai 7 milioni di euro di fatturato nel 2013, si è passati ai 55 milioni nel 2022. Nel 2023 l'azienda ha ottenuto quasi 62 milioni di fatturato, firmando il record storico. «Hp ha raggiunto la sua popolazione operativa – aggiunge il direttore -. Gli imprenditori che verranno dopo non vedo perché debbano essere penalizzati. Perché dovrebbero pensare di investire qui dove non ci sono agevolazioni o decontribuzioni? Non ci lamentiamo allora se scappano e vanno in Abruzzo. Non è una questione di competizione, ma di carattere territoriale. Temo che le Marche abbiano sottovalutato il problema: l'area ascolana così rischia di impoverirsi». Il timore di fuga delle aziende è reale. Il territorio della “Val Vibrata - Valle del Tronto Piceno” oltretutto era già stato riconosciuto quale area di crisi industriale complessa nel 2016. «All'epoca anche per la Val Vibrata ci sono state grosse sovvenzioni.

Oggi invece noi siamo fortemente penalizzati – sottolinea Levato -. Perché questa disparità? È imbarazzante. La situazione non ci pone in competitività sul mercato a parità di produzioni. Grazie alla Zes e al decreto sud, l'Abruzzo gode di vantaggi. Noi abbiamo assunto centinaia di dipendenti anche in epoca covid, ma il nostro potere contrattuale nei confronti di risorse, formate da noi, è inferiore. Vogliamo mantenere i posti di lavoro, ma rischiamo di distruggere l'equilibrio salariale. È un vero peccato. Stiamo creando qualcosa di bello: c'è una vallata florida, abbiamo il dovere di trovare una soluzione». E Levato ha già cominciato il suo personale impegno: «Stiamo sensibilizzando tutte le istituzioni - sostiene -. Abbiamo incontrato persone a cui abbiamo espresso tutte le nostre preoccupazioni».

Sud penalizzato

La questione era stata sollevata, di recente, anche dal presidente di Confindustria Ascoli, Simone Ferraioli: «È evidente che nelle Marche un problema di così ampia portata ce l'abbiano solo le aziende della nostra provincia: fino alla costa subiscono una concorrenza difficilmente sostenibile, per carità legittima perché riconosciuta dallo Stato, ma difficilmente opponibile in termini di crediti di imposta per investimenti, di tassazione per personale dipendente – ha dichiarato Ferraioli -. Si rischia veramente una fuga di aziende, e quindi di occupazione e di ricchezza per delocalizzazioni di qualche chilometro. Una soluzione? Ad esempio si potrebbe pensare a una fascia Zes molto limitata che però ci permetta quantomeno di riequilibrarci con un'area contigua. Così facendo si darebbe continuità alla politica nazionale di agevolare le zone picene di confine con il Mezzogiorno».

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