San Benedetto, protestano i quartieri: «Prima la pioggia, poi gli allagamenti e nessuno pulisce ancora i tombini»

San Benedetto, protestano i quartieri: «Prima la pioggia, poi gli allagamenti e nessuno pulisce ancora i tombini»
San Benedetto, protestano i quartieri: «Prima la pioggia, poi gli allagamenti e nessuno pulisce ancora i tombini»
di Marco Braccetti
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Domenica 2 Luglio 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 12:13

SAN BENEDETTO - Tanta pioggia, poca rapidità nel ripulire i tombini occlusi. Ecco la situazione registrata in città nel corso degli ultimi giorni. 

 

Nel tardo pomeriggio di venerdì, una vera e propria bomba d’acqua ha provocato disagi e allagamenti, lungo tutto il territorio sambenedettese. Sottopassi impraticabili, in quello di via Virgilio una macchina è rimasta in panne, tanto da dover essere recuperata dai vigili del fuoco. Tutti gli agenti della polizia municipale disponibili erano sul campo per gestire le fasi più critiche dell’emergenza che, va detto, non era prevista di così forte entità. L’indomani, a far discutere non è tanto il modo con cui è stata gestita la fase più intensa del maltempo. 

Bensì il dopo. «Qui da noi l’acqua ha mosso una quantità enorme di sporcizia che s’è andata a ficcare sui tombini, occludendoli - ci ha detto, ieri, un residente di via Monte San Michele: strada poco lontana dal palazzo municipale -. Sono passate più di 12 ore dall’acquazzone e non è arrivato nessuno a ripulire. Ora siamo molto preoccupati, perché basta una minima pioggerella e, con i tombini in questo stato, finiremo subito sott’acqua». 

Tra i residenti del quartiere Sant’Antonio, e non solo, c’è dunque chi chiede al Comune di iniziare a studiare qualche contromisura, da attuare in situazioni simili. Cosa, in particolare? L’idea che circola tra i cittadini è questa: andrebbe istituita una “Squadra di risposta rapida”. Ossia operai specializzati, da far intervenire subito dopo un’importante fase di maltempo, per ripulire i tombini nel più breve tempo possibili. L’obiettivo è abbassare nettamente il rischio-allagamenti, visto e considerato che caditoie e chiusini rappresentano la prima linea di difesa in caso di pioggia. Una linea che, però, fa bene il suo dovere solo se mantenuta in piena efficienza. 

Intanto, la panoramica dei disagi causati dall’ultima bomba d’acqua coinvolge pure il quartiere Agraria: storicamente sensibile sotto questo punto di vista. «In via Val Tesino l’acqua entra in almeno tre case - tuona il consigliere della Lega Lorenzo Marinangeli -. Anche nella zona portuale e nei pressi dell’ex stadio Ballarin abbiamo assistito a strade e marciapiedi totalmente allagati. Questo, nonostante si siano spesi molti soldi per opere anti-allagamento. Davvero non mi spiego il perché di situazioni del genere».

Chissà che non c’entri nuovamente la scarsa pulizia e manutenzione dei tombini? Infatti, hai voglia a fare costosissimi nuovi impianti anti-allagamenti.

Se l’acqua viene fermata sulla strada da occlusioni e tappi vari, ogni sforzo di ingegneri e tecnici è vano. In ogni caso, Marinangeli chiede un maggior impegno per risolvere il problema nell’area Ballarin. Effettivamente, considerato che la zona sarà al centro di una riqualificazione milionaria, occorrerà intervenire pure nei sotto-servizi.

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