SAN BENEDETTO - «Da tre anni attendiamo che entri in funzione il nuovo collettore e intanto ci allaghiamo». L’ira dei residenti che lunedì hanno visto garage e scantinati trasformati in laghi a San Benedetto. «Quando entrerà in funzione l’impianto fognario ultimato già da tre anni e costato 2,5milioni di euro su viale dello Sport? Forse si aspetta il morto?». Sono le parole forti di Alfredo Isopi presidente del comitato di quartiere Marina di sotto che lamenta gli allagamenti registrati in occasione dell’acquazzone di lunedì scorso, dove l’intera città è andata sott’acqua.
Il collettore mai avviato
Zona Ballarin, San Pio X, la Rotonda di Porto d’Ascoli, via Calatafimi allagati mentre i sottopassi e le strade sono stati chiusi, circa 40 gli interventi dei vigili del fuoco.
Qui Porto d’Ascoli
Non è andata meglio a Porto d’Ascoli dove in questa occasione si è registrato un allagamento alla Rotonda Salvo D’Acquisto in piena zona turistica, tanto che i bagnanti hanno dovuto attendere che defluisse l’acqua. «Gli allagamenti tra via San Giacomo e via Mare- spiega il presidente del quartiere Mare Leo Sestri – sono un problema che ci trasciniamo da anni e che si aggrava. A questo va aggiunto la chiusura del sottopasso di via Mare e l’allagamento tra via dei Mille e via Cherubini,il mercatino del lunedì è stato allestito con ritardo».
Piccoli lavori
La stessa viale De Gasperi si è riempita di acqua come una conca, nonostante i recenti interventi anche al sistema fognario, con tanti negozi costretti a liberarsi dall’acqua che ha superato i marciapiedi ed è entrata nei negozi. Altra zona che ha risentito della bomba d’acqua è stata quella del Ballarin tra via Morosini e via Fiscaletti trasformati in fiumi. La riflessione di un politico di razza come l’ex assessore Antonio Felicetti, oggi residente del centro: «Una città allagata per 30 minuti di pioggia. Una saggia amministrazione dovrebbe dare priorità ad una manutenzione generale di fogne, marciapiedi, asfalti. Va bene opere grandi come il Ballarin ma capisco meno investimenti corposi per grandi interventi non richiesti da nessuno».
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