San Benedetto, via Risorgimento desolata, cartelli “Affittasi” ovunque

Via Risorgimento
Via Risorgimento
di Emidio Lattanzi
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Sabato 1 Luglio 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 11:11

SAN BENEDETTO - Se c’è una zona simbolo di come i tempi cambino, per quanto riguarda la Riviera delle Palme, quella è sicuramente via Risorgimento. 

Come nel vecchio West

La strada che, fino all’inizio degli anni Novanta, rappresentava uno dei cuori pulsanti del centro cittadino, anche e soprattutto commercialmente parlando, oggi somiglia più ad una di quelle strade che attraversano i villaggi fantasma del vecchio West. Un paio di banche, qualche attività che ha retto l’urto della crisi e tante, tantissime, vetrine vuote, corredate soltanto da cartelli che invocano l’arrivo di un potenziale inquilino. 

Un mare di “Affittasi” 

“Affittasi” ovunque.

Decine di cartelli concentrati in una lingua d’asfalto lunga poco meno di 250 metri che nasce nella centralissima piazza Matteotti e termina sulla Statale, dove c’è il semaforo dal rosso eterno, quello che, per anni, è stato bersaglio di numerosi meme goliardici sui social network. Ma di goliardico, in via Risorgimento, è rimasto veramente poco. Hanno chiuso in tanti, anche attività storiche tanto da spingere alcuni di quei commercianti a cercare soluzioni. Come quella che, da tempo, va predicando Luigi Giammarini, della pasticceria che per anni è stata un’istituzione del centro cittadino e di via Risorgimento in particolare. Giammarini parla da tempo della necessità di pedonalizzare la strada per renderla maggiormente appetibile e vivibile: «Parliamo di una via principale che rappresenta la prosecuzione del centro di San Benedetto che però, nel tempo, è diventata semplicemente una strada-parcheggio dal momento che è verificato che in questa via passano pochissime auto. Uno studio ha rilevato che qui passa una macchina ogni due minuti». Una strada che, dunque, sembra essersi scollegata dal centro cittadino, anche in ottica commerciale. In via Risorgimento c’è la più alta concentrazione di negozi sfitti del quadrilatero. «Sono tantissime le attività anche storiche, che nel corso degli anni hanno chiuso - afferma Pietro Canducci, uno degli imprenditori del centro - ed è veramente desolante. E parlo del centro visto che non oso immaginare quale sia la situazione fuori dal centro città». 

Una visione mancante 

Canducci pone alcune domande all’amministrazione comunale: «C’è un piano di sostegno del commercio sambenedettese - chiede - o si intende lasciare l’iniziativa ai soli commercianti che si autotassano per mettere un cuore luminoso provando ad attirare qualche cliente in più? Quali sono le iniziative e le azioni strategiche per aiutare le piccole imprese cittadine a sostenere le spese e a non essere continuamente oberate da tasse che puntualmente ogni anno crescono? Quali sono le iniziative per invogliare ed “educare” i giovani - futuri e potenziali imprenditori - su quelli che sono i settori commerciali del futuro, i nuovi lavori, affinché qualcuno di loro perda la voglia di buttare soldi aprendo altri bar e ristoranti per investire in aziende adeguate ai tempi, sostenibili, innovative, che creino nuove professionalità e che possano elevare San Benedetto da Riviera delle Palme (per lo più morte) a Città del Terzo Millennio?».

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