San Benedetto, l'estate sta finendo ma non per gli ambulanti abusivi. Ispezioni più blande rispetto al passato: l’ultimo sequestro risale al 18 agosto

Dieci anni dopo la "rivolta di Costantini

Un ambulante in spiaggia
Un ambulante in spiaggia
di Marco Braccetti
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Sabato 16 Settembre 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 13:44
SAN BENEDETTO - L’arrivo di settembre non ferma il commercio abusivo in spiaggia. Anche in questi giorni di fine estate, sulla sabbia continuano gli affari del gran bazar dell’illecito. Dai costumi da bagno alle scarpe, fino agli abiti femminili, passando (ora che s’avvicina il fresco) a capi più pesanti. Si trova un po’ di tutto e tutto, ovviamente, viene venduto al di là di ogni regola.  


 
Secondo le testimonianze di chi, da anni, frequenta quotidianamente la spiaggia sambenedettese, durante la stagione balneare 2023 i controlli anti-abusivismo sono stati piuttosto laschi ed i risultati di queste maglie larghe si sono visti e continuano a vedersi. Il trend prosegue anche nell’area del centro dove, periodicamente, la polizia municipale requisisce vario materiale. L’ultimo sequestro pubblicato dal Comune risale al 18 agosto scorso. Quel giorno, nella centralissima piazza Giorgini, i vigili urbani hanno messo le mani su oltre 60 articoli venduti abusivamente. In questo caso, non si trattava d’abbigliamento, bensì di pezzi destinati allo svago, come otto palloncini luminosi e venti bastoncini-Led. Da tante estati, la costa sambenedettese fa i conti con un’invasione di ambulanti abusivi.

Ma il caso scoppiò durante la stagione balneare 2014, anche dopo le clamorose proteste dell’ambulante regolare Francesco Costantini, il quale si mise letteralmente a fare l’abusivo, installando bancarelle fuorilegge sia in centro (nel centralissimo pontino di viale Moretti) che in spiaggia. 

Peggio di 10 anni fa
 

L’azione di Costantini portò ad un forte irrobustimento dei controlli ma, a distanza di quasi 10 anni, le cose sono tornate come prima. Forse, peggio di prima. Nel 2017, l’amministrazione comunale aveva prospettato un “Piano contro l’abusivismo commerciale” che prevedeva il dispiegamento di ben 34 vigilantes privati. Un’idea naufragata anche per questione di costi. Ma che fine fa la merce rinvenuta durante queste operazioni? Se non si tratta di prodotti con marchi contraffatti - le false griffe vengono sottoposte a sequestro penale - si segue la strada prevista dal codice civile per gli oggetti abbandonati. Il materiale resta un anno in giacenza nei magazzini comunali, in attesa che il legittimo proprietario ne faccia richiesta. Cosa che, com’è intuibile, non avviene mai. Così, dopo 12 mesi, gli articoli o vengono distrutti, oppure finiscono in beneficenza. 

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