San Benedetto, il presidente della Regione Acquaroli al convegno di FdI: «Abbiamo riformato la sanità e abbatteremo le liste d’attesa»

«Prenotazioni aumentate del 50 per cento»

San Benedetto, il presidente della Regione Acquaroli al Calabresi: «Abbiamo riformato la sanità e abbatteremo le liste d’attesa»
San Benedetto, il presidente della Regione Acquaroli al Calabresi: «Abbiamo riformato la sanità e abbatteremo le liste d’attesa»
di Alessandra Clementi
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Sabato 4 Maggio 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 12:30

SAN BENEDETTO - Liste di attesa che esplodono con un 50% in più della domanda rispetto al 2019. Situazione che si trova a gestire il sistema sanitario e a cui la Regione oggi cerca di dare una risposta con la revisione delle liste di attesa. Quanto ha spiegato ieri pomeriggio il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli nel corso del convegno “La sanità. Criticità, strategie e obiettivi” organizzato da Fratelli d’Italia presso l’Hotel Calabresi.

Le conseguenze

Il governatore ha ricordato le conseguenze della pandemia sulla sanità. «Le prenotazioni – ha spiegato il presidente – che arrivano tramite Cup nel 2023 sono state il 33% in più rispetto al 2019, con una crescita della domanda del 38%.

Nei primi tre mesi di quest’anno si è avuto il 50% in più delle prestazioni, con un aumento delle domande del 65%. Quale organizzazione può soddisfare questa domanda con una diminuzione del personale?». Due anni di interruzione delle prestazioni avrebbero portato ad assistere a una vera e propria esplosione delle richieste. I Acquaroli si è soffermato anche sulla problematica della carenza dei medici di famiglia.

La programmazione

«La programmazione dei medici di base realizzato dieci anni fa- ha sottolineato il governatore - ha portato a quanto accade oggi ovvero che a ogni due medici che vanno in pensione ne entra uno, da qui la situazione di grande difficoltà a cui si sta assistendo oggi. Tanto che la Regione sta organizzando i punti salute. Non siamo stati noi a programmare il definanziamento della sanità e il turn over dei medici di base ma è frutto di una politica di campanile che compie danni. Non voglio essere polemico, ma il nostro percorso non è facile. Così come quando veniamo accusati di assumere medici gettonisti questo perché non possiamo farlo con gli altri professionisti , possiamo solo acquisire servizi per avere personale, questo porta ad avere due dottori pagati in maniera molto diversa, penalizzando il sistema pubblico». In tre anni e mezzo abbiamo riformato la sanità- ha concluso Acquaroli - L’ultima risaliva a 20 anni fa, quando si presero le Asl e vennero organizzate in Asur con un’azienda unica, mentre le aree vaste vennero introdotte successivamente. Un’azienda unica comportava una centralizzazione che creava dei problemi. Riforma che non convinse visto che le decisioni cadevano sempre dall’alto. L’Area vasta di Ascoli non era equiparabile con quella di Ancona che aveva altre due aziende con Irca e Torrette, ma qui nel Piceno c’era una presenza forte della sanità privata. Il privato deve rispondere alle esigenze del pubblico. Situazione quindi che non funzionava tanto che nel 2020 ci siamo occupati subito di una riforma da qui l’istituzione delle 5 Ast. Una riforma votata per fare chiarezza». Riorganizzazione seguita dal nuovo Piano socio sanitario, così come è stato commissionato uno studio sulle richieste che i marchigiani rivolgevano alla sanità e dove chiedevano l’erogazione dei servizi: molti cittadini andavano fuori regione per prestazioni cardiologiche.

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