Banca del Piceno, seimila soci. Il presidente Bagalini (fermano) parla per la prima volta: «Presto apriremo altre filiali»

Banca del Piceno, seimila soci. Il presidente Bagalini: «Presto apriremo altre filiali»
Banca del Piceno, seimila soci. Il presidente Bagalini: «Presto apriremo altre filiali»
di Mario Paci
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Sabato 19 Agosto 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 15:02

ASCOLI  - «La mia storia nella Bcc nasce 20 anni fa come socio della Banca Picena di Castignano, con ruoli nel Cda della stessa. Nel 2018 c’è stata la fusione con la Piceno Truentina ed è nata la Banca del Piceno di cui sono consigliere e, dal 3 agosto, presidente. Se me l’aspettavo? Ero tra i papabili. In base ai patti parasociali stabiliti con la fusione, nel mandato 2021-2024 il presidente è espressione della compagine ex Picena: mi è stato proposto di fare un passo avanti e ho accettato. Ringrazio il Cda per la fiducia».

Sono le prime dichiarazioni di Alfio Bagalini da presidente della Banca del Piceno, la più grande banca di credito cooperativo di Marche e Abruzzo, forte di 6.017 soci.

Due settimane fa è stato eletto presidente a seguito delle improvvise dimissioni di Mariano Cesari. 


La provenienza


« Sono di Fermo - dice Bagalini - ma è bene ribadire che a me interessa l’area di competenza della Banca Picena di Castignano prima e della Banca del Piceno oggi. Lo dico perché qualcuno ha messo in discussione la mia appartenenza al territorio della banca. Non ho specifiche rivendicazioni da fare per il territorio del Fermano e non ne ho mai fatte, come i numeri e la mia storia dimostrano».

Sente il peso della responsabilità, ma è pronto a tutte le sfide: «Vivo questo importante momento con serenità, data dal forte impegno di tutti, dalla solidità della governance e della macchina operativa composta da 202 dipendenti che ringrazio fin d’ora per la collaborazione. I numeri non si discutono: oltre seimila soci e 47mila clienti rappresentano una fetta importante dell’economia di un territorio, a cavallo tra Marche e Abruzzo, che non può essere considerata piccola. Siamo una vera banca di comunità con 28 filiali che vanno da Civitanova Marche a Giulianova e coprono un territorio di 78 Comuni». Bagalini vede la Banca del Piceno sempre più al servizio del territorio: «Quando nel 2017 stavamo ragionando sulla fusione tra due banche che avevano oltre un secolo di storia, si discuteva anche sul nome. Banca del Piceno ha messo tutti d’accordo, a molti piaceva anche Banca dei Piceni. Significa che al centro non c’è soltanto un’area geografica, ma le persone. Se fossi presidente di una banca nazionale, quanti dipendenti potrei conoscere o incontrare? Invece vivendo una banca locale, la responsabilità è maggiore in quanto c’è un continuo scambio di rapporti. Oltretutto siamo un istituto di credito cooperativo, quindi la consapevolezza di essere mutualistici, nel senso di dare nel rispetto di tutti, è basilare. Essere vicini alla gente significa anche salvaguardare non solo il territorio, ma anche un patrimonio fatto di storia, tradizione, valori». 


I cento giorni


Il presidente ha stilato il programma dei primi cento giorni: «Affronterò i problemi di persona, dialogando con tutti, a partire dal Cda e dalla struttura. Sarà fondamentale intensificare le relazioni con i dipendenti, i soci e i clienti. Sono per il dialogo, sempre. Valorizzare le competenze delle risorse interne, con la formazione continua, è un punto che mi vedrà impegnato da subito. Visiterò personalmente le 28 filiali. E lavorerò per recuperare uno spirito di collaborazione con le altre Bcc che operano sul territorio. “Potenziaremo i servizi e non lasceremo sguarniti i piccoli Comuni. Laddove si presenteranno opportunità di mercato, dovute anche al fatto che gli istituti bancari nazionali chiudono sportelli, la Banca del Piceno sarà pronta a subentrare con nuovi servizi, compreso il potenziamento del personale in alcune filiali chiave»

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