Ascoli, nuova mazzata sul commercio
dall'aumento della tassa sui rifiuti

Mazzata anche per i bar dall'aumento della tassa sui rifiuti
Mazzata anche per i bar dall'aumento della tassa sui rifiuti
3 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Aprile 2016, 09:20
ASCOLI - L'8 % lo scorso anno, il 13% nel 2016. Totale: 21%. Questo l'aumento della Tari nell'ultimo biennio che peserà e non poco nelle tasche degli ascolani in un periodo di gravi difficoltà per le famiglie del capoluogo. In pratica, chi fino allo scorso anno pagava 100 euro di Tari, dal 2016 ne pagherà 121 euro, ma la mazzata colpisce anche gli esercizi commerciali. Un bar, nemmeno situato nel centro storico, che pagava lo scorso anno 780 euro di Tari, nel 2016 si troverà a versare nelle casse del Comune poco più di 900 euro l'anno.
Una decisione, quella ratificata dal consiglio comunale, che secondo il sindaco, Guido Castelli, deriva da due fattori. Il primo, la morosità sulla Tari che ammonta a 1,3 milioni di euro e il secondo, la necessità di estendere la raccolta differenziata porta a porta in tutto il territorio comunale. Una scelta, quest'ultima, dipesa, ad ascoltare le parole del sindaco, "dalla scriteriata decisione della Provincia di negare l'attivazione di una sesta vasca a Relluce per cui siamo stati costretti a praticare degli aumenti significativi". E, ancora:

"Lo scriteriato atteggiamento del Pd provinciale contro la discarica di Relluce ci ha imposto di gestire una sfida complicata e difficile". Quello della sesta vasca sembra un alibi che, per la verità, non sembra reggere più, anche perché dallo scorso anno, le tariffe applicate dall'Ata dei rifiuti sono rimaste le stesse. Adesso si può dire tutto della Provincia e del suo presidente Paolo D'Erasmo, ma, forse, va ricordato al sindaco, che per cinque anni palazzo S. Filippo è stato governato da un'amministrazione di centrodestra, guidata da Piero Celani, ex sindaco di Ascoli, che non è riuscita a realizzare la sesta vasca. L'altro motivo dell'aumento della Tari, sempre secondo il sindaco, sono gli investimenti che il Comune deve sostenere per estendere il porta a porta in tutto il territorio, considerato che oggi la percentuale di differenziazione ad Ascoli è del 44%, la più bassa di tutta la provincia. 

Si tratta di 1,7 milioni di euro che vanno caricati sulla bolletta. Su questo aspetto vale la pena ricordare che la legge stabiliva già nel 2008 una percentuale di differenziata pari al 45% che sarebbe dovuta salire al 65% nel 2016. Circostanze che hanno ricordato in consiglio comunale Francesco Ameli del Pd e Massimo Tamburri del M5S. Invece si è continuato a scaricare tutto a Relluce, con costi per il Comune elevati. Basti pensare che per ogni tonnellata di rifiuti portati in discarica, si pagano 95 euro. E, allora, forse hanno ragione Ameli e Tamburri, quando dicono che se si fosse proceduto prima alla raccolta differenziata porta a porta i risparmi sarebbero stati notevoli. Se si fosse toccato il 65% di differenziata, si sarebbero risparmiati 60 euro a tonnellata. Mica poco.

C'è, poi, il discorso relativo alla morosità che ammonta a 1,3 milioni di euro, che vanno caricati sulla tariffa e che non si riescono a recuperare . Per ultimo il fatto che Ascoli servizi comunali non versa più al Comune 600.000 euro di canone annuale. Ma a quale titolo Asc versava questo canone all'Arengo?
© RIPRODUZIONE RISERVATA