Ascoli, battaglia per la sorgente
Foce di Montemonaco a rischio stop

La sorgente
La sorgente
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Venerdì 29 Marzo 2019, 04:25
ASCOLI - La Ciip è pronta a dare battaglia e sta valutando anche la possibilità di perseguire le vie legali pur di far valere i propri diritti e evitare ripercussioni sulla fornitura del servizio idrico. La lettera arrivata nei giorni scorsi sul tavolo del presidente della Ciip, Pino Alati, con la quale l’Ente Parco nazionale dei Sibillini ha paventato la possibilità di chiudere la sorgente di Foce di Montemonaco, rischia di avere serie ripercussioni che andrebbero ad acuire la già difficile crisi idrica che sta attanagliando il Piceno. Di fatto, qualora l’Ente Parco dovesse revocare la concessione per la captazione dell’acqua da quella sorgente verrebbero a mancare circa 200 litri al secondo che, nonostante la notevole riduzione della portata a seguito delle sisma, garantisce la fornitura di acqua soprattutto ai comuni fermani e alla Riviera. L’Ente Parco contesta alla Ciip il mancato rispetto di alcune prescrizioni che erano state inserite nella concessione, tra cui l’obbligo di rilascio minimo del deflusso fluviale nell’Aso, ovvero la necessità di garantire una portata minima di acqua nel corso d’acqua. La minore portata di questi ultimi anni, secondo quanto sostenuto dall’Ente avrebbe comportato dei sei danni anche la fauna ittica oltre a danni ambientali tali da comportare la mancanza dei presupposti per la captazione. La Ciip non ci sta, e si muoverà di conseguenza dal momento che ritiene che quanto accaduto sia avvenuto a causa del terremoto e sicuramente non dipendente dalla propria volontà. Le ripetute scosse hanno comportato una significativa riduzione della portata delle sorgenti e, di conseguenza, anche la diminuzione del deflusso fluviale. Per questo motivo, il primo passo sarà quello di investire del problema il commissario straordinario per il terremoto, Piero Farabollini, in quanto anche questa situazione è frutto della crisi idrica causata dalle ripetute scosse che si sono susseguite dal 26 agosto del 2016 e nei mesi successivi. L’intenzione è quella di individuare delle soluzioni tecniche adeguate per risolvere il problema del deflusso fluviale e riuscire a garantire le condizioni ambientali richieste dall’Ente Parco e, nel contempo, continuare a captare l’acqua dalla sorgente. 
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