Rapina a villa Di Stefano, tenute in ostaggio 8 persone. Ripulita la cassaforte della famiglia titolare del Maglificio Gran Sasso

La villa dove è avvenuta la rapina
La villa dove è avvenuta la rapina
di Luigi Miozzi
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Giovedì 22 Giugno 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 14:58

ASCOLI - Si sono introdotti in casa con il volto coperto e un cappello in testa e sotto la minaccia delle armi si sono fatti aprire la cassaforte per poi fuggire una volta arraffati soldi, gioielli e oggetti di valore. Sono stati momenti di paura quelli vissuti lunedì sera dalla famiglia Di Stefano, noti imprenditori titolari del Maglificio Gran Sasso, nella loro casa situata nella zona residenziale di Borgo Solestà.

Un banda organizzata di ladri ha compiuto una rapina in villa su cui sta ora indagando la Procura di Ascoli che sta cercando di ricostruire il colpo nei minimi particolari per cercare di dare un volto ai rapinatori. 
 
Un colpo, organizzato nei minimi particolari, che per le modalità con cui è stato compiuto potrebbe essere stato messo a segno da una banda specializzata in questo genere di rapine. Erano circa le 22 quando è scattato il raid dei malviventi. In quel momento in casa c’erano otto persone tra le quali l’anziana madre Alferina, vedova del compianto Eraldo scomparso a dicembre del 2020; la badante, i figli Guido e Ferdinando e alcuni nipoti. Si trovavano nel giardino della villa per godere di un po’ di fresco e mangiare un gelato tutti insieme, quando si sono visti arrivare tre persone vestite di nero, con il volto travisato e i cappelli coperti da un cappello per non farsi riconoscere. In pugno le pistole. Sotto la minaccia delle armi, hanno intimato a tutta la famiglia di rientrare in casa e di rimanere calmi, solo così avrebbero evitato di essere legati. 
 
Poi, i rapinatori si sono fatti aprire la cassaforte. A questo punto hanno preso i gioielli, oggetti di valore, gli orologi e denaro in contante che era custodito all’interno e, intorno alle 22,30 si sono dileguati facendo perdere le loro tracce. Probabilmente, ad attenderli, all’esterno dell’abitazione, c’erano dei complici che potrebbero aver agito da pali per tenere sotto controllo la situazione e favorire poi la fuga subito dopo aver compiuto la rapina. Sono stati gli stessi presenti, terrorizzati per l’esperienza vissuta, a dare l’allarme una volta che la banda si è allontanata. 
I complici
Da quanto emerge, la presenza di altri complici sarebbe ipotizzata anche dal fatto che i malviventi parlavano tra cdi loro utilizzando un sistema di radiotrasmittenti che avrebbero consentito di comunicare con eventuali complici all’esterno della villa. Su quanto accaduto stanno ora indagando gli agenti della squadra mobile ascolana coordinati dalla Procura che nel frattempo ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di sequestro di persona e rapina aggravata verso ignoti. L’entità del bottino non è stato ancora quantificato ma di certo il valore è ingente.
 
Gli agenti sin da subito hanno raccolto le testimonianze delle persone presenti per cercare di riuscire ad individuare la banda di rapinatori.

A cominciare dal fatto di riuscire a capire se i ladri fossero italiani oppure stranieri. A qualcuno dei presenti è sembrato che non fossero italiani e che avessero una inflessione abanese. Non è comunque da escludere che nel commando ci siano anche rapinatori italiani. Su questo e su altri particolari si sta concentrando l’attenzione degli investigatori chde stanno visionando le immagini registrate degli impianti di videosorveglianza nelle vicinanza che potrebbero fornire elementi utili sul veicolo utilizzato dai rapinatori e sul percorso che potrebbero aver seguito sia per arrivare alla villa dei Di Stefano sia per fuggire subito dopo il colpo. Importanti elementi potrebbero arrivare anche dall’analisi dei tabulati telefonici e dalle celle dei ripetitori dei cellulari che coprono la zona residenziale in cui è avvenuta la rapina.  

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