ASCOLI - Ora c’è anche una sentenza del Tar Marche a spianare, almeno per ora, la strada a Piceno Consind che vuole recuperare i capannoni inutilizzati nella zona industriale in maniera coattiva. Andando anche a scalare dal prezzo d’acquisto i finanziamenti statali ottenuti dal momento dell’insediamento.
Il ricorso del privato
Il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale, dopo essere stato chiamato in causa dalla società B&B Italia, dà ragione a Consind.
I piani e il Consiglio di Stato
Intanto la sentenza dà ora maggiore forza alla strategia di Piceno Consind di procedere con il recupero – attraverso la legge 488 - anche di altri capannoni industriali non più utilizzati per poi reimmetterli sul mercato. L’ente ha avviato un percorso per andare gradualmente a riacquisire e poi rivendere alcuni stabilimenti industriali non più utilizzati. Anche se c’è da tener conto del fatto che la società proprietaria del capannone in questione ha già presentato ricorso al Consiglio di Stato. Il consorzio da parte sua ha già incaricato i propri legali per opporsi.
Un caso pilota
Quello della riacquisizione coattiva attraverso la legge 488 del capannone della B&B Italia (inizialmente Xilitalia) rappresenta di fatto il caso “pilota”, essendo il primo procedimento avviato dal Consind, per andare poi gradualmente a recuperare anche altri immobili in zona industriale non più utilizzati andando a scalare i contributi ottenuti dall’azienda dal suo insediamento. E proprio per questo primo riacquisto, addirittura il Consind ha anche pubblicato un avviso per chi fosse interessato all’acquisizione con un prezzo base di 3,2 milioni di euro.