Patrizia Celani, comandante della Polizia locale: «La più grande libertà è stata poter studiare»

Patrizia Celani, comandante della Polizia locale: «La più grande libertà è stata poter studiare»
Patrizia Celani, comandante della Polizia locale: «La più grande libertà è stata poter studiare»
di Francesca Gironelli
4 Minuti di Lettura
Domenica 26 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 07:37

Dedizione allo studio e una passione profonda per il sapere. Patrizia Celani getta lo sguardo alla sua gioventù, definendola un percorso. Un’avventuriera della conoscenza che intraprende il suo viaggio apparentemente senza una meta precisa ma con questa bussola sicura. «Mio padre Serafino lavorava alle Poste - racconta Patrizia - mentre mia mamma Maria Teresa è stata maestra: mi hanno inculcato l’amore per lo studio e il desiderio di studiare. E io ho studiato sempre con molto impegno e con tanto piacere: ho affrontato l’adolescenza con l’obiettivo chiaro di costruire un futuro solido attraverso lo studio. È stato fondamentale».

Aggiunge, poi, Patrizia con molta onestà e allegria: «Certo, se me lo avessero chiesto allora, cosa pensavo della scuola, non avrei dato forse la stessa risposta. È proprio vera la frase che “quegli anni non tornano più” e si apprezzano con la maturità.

Rimpiango la libertà, la possibilità di imparare e non avere altre occupazioni se non accrescere la propria conoscenza. Per me - afferma convinta Patrizia - studiare è stata la più grande possibilità che ho avuto nella vita». 


Allenare mente e fisico


Nella zona di Monticelli, la giovane Patrizia si allena con la mente, ma anche nella corsa: «Abitavo in campagna e non avevo tante possibilità; non avevo occasioni frequenti di fare una vita sociale come i miei compagni che abitavano in centro, o come quella dei giovani di oggi. La mia era una vita molto regolare, c’erano le uscite scolastiche, le gite, i viaggi all’estero per imparare l’inglese, ma in generale facevo una vita un po’ per conto mio. Tanto che - prosegue divertita - ho iniziato ad allenarmi da sola per le corse campestri, proprio dove abitavo. C’erano delle gare, chiamate gare “dell’Esercito scuola” che erano organizzate dall’Esercito e ho iniziato così questo sport. Mi sono appassionata all’atletica leggera e al mezzofondo, cominciando gli allenamenti con il mitico Vincenzo Ferretti nel suo club». 


Libri e musica


Le sudate carte, inframezzate dalla musica di Claudio Baglioni, Duran Duran e U2, hanno avuto il sopravvento, perché l’impegno e la passione per lo studio erano richiami più forti e il tempo scarso non è stato sempre un fattore a suo vantaggio. Così è avvenuto anche per le lezioni di musica e di organo: «È stata una bella esperienza. Anche se non ho proseguito, è stato un mezzo per conoscere meglio la disciplina, la musica classica, e imparare nuove cose». Seguendo i tanti traguardi superati con successo, lo sguardo prosegue oltre, perché non è bene fermarsi se non per riflettere e approfondire, per poi ripartire. Il liceo classico le ha dato tanto: «La cultura classica va coltivata e l’insegnamento di chi ci ha preceduto è attualissimo. Il bello del liceo classico è proprio questo - riflette Patrizia - che ti apre a tanti collegamenti e fra letteratura, arte e teatro, arriva anche il cinema. È stato un grande leitmotiv nella mia vita e tra i film che hanno segnato la mia adolescenza c’è sicuramente “L’attimo fuggente”». Di classici, Patrizia ne ha spulciati e passati in rassegna in quantità. Miriadi di libri e folgoranti letture, come quelle del “Giovane Holden” di Salinger o le “Memorie di Adriano” della Yourcenar: «La lettura è maestra e guida, è un faro per orientarsi, per comprendere i contesti in cui viviamo, e contribuisce a rendere il mondo anche un posto migliore, come dice Hannah Arendt». 


Forza di volontà


Grande forza di volontà, per un’adolescente che ha saputo tracciare nettamente il suo percorso, come un tributo alla bellezza della conoscenza, del cambiamento e alla necessità di apprezzare la vita nella sua completezza: «La cultura orienta l’esistenza, ma occorre avere una sensibilità e una formazione umana, prima che culturale. È un patrimonio che arricchisce la vita in tutte le sue sfaccettature». Da sempre custodisce passaggi e frasi nel suo “zibaldone privato” per farli riaffiorare alla mente quando serve, come una citazione di Primo Levi che recita “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Una esortazione che la Patrizia di ieri fa ai ragazzi di oggi.
 

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