Uccise un bimbo di due mesi. Denny Pruscino muore d'infarto a 42 anni dopo una partita di calcetto in carcere

Denny Pruscino
Denny Pruscino
di Luigi Miozzi
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 16:43

ASCOLI - Uccise il piccolo Jason di appena due mesi mai riconosciuto come figlio, probabilmente sbattendolo contro il divano di casa. Denny Pruscino stava scontando la condanna all’ergastolo per l’omicidio del piccolo Jason, avvenuto nel 2011, nel carcere di Padova dove è stato colto da un infarto fulminante che non gli ha lasciato scampo a 42 anni. 

La detenzione

Denny Pruscino di Piane di Morro di Folignano era rinchiuso nella casa di reclusione di Due Palazzi, nel capoluogo veneto, e lunedì scorso insieme con altri detenuti aveva partecipato ad una partita di calcetto. Poco dopo essere rientrato nella sua cella si è sentito male. Seppure prontamente soccorso, le sue condizioni sono apparse subito gravi e sul posto sono arrivati gli operatrori sanitari del 118 che dopo avergli fornito le prime cure, lo hanno trasportato d’urgenza all’ospedale di Padova. Ma, l’attacco cardiaco non gli ha lasciato scampo e ai medici non è rimasto altro da fare che costatarne l’avvenuto decesso. La morte di Denny Pruscino riporta alla memoria i tragici fatti di dodici anni fa quando l’allora trentenne finì insieme con la moglie Katia Reginella - che per gli stessi fatti è stata condannata in via definitiva a 18 anni di carcere - al centro dell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Ascoli sulla morte del piccolo Jason, il bambino di soli due mesi il cui corpo senza vita non è stato mai ritrovato, che sconvolse la comunità di Folignano già provata in quello stesso periodo dall’omicidio di Melania Rea. Era il 19 luglio del 2011 quando dalla casa di Denny e Katina a Piane di Morro dove vivevano, scomparve il piccolo Jason. Immediatamente partirono le ricerche e per giorni il corpo del neonato venne cercato dagli investigatori senza tralasciare nessuna pista, purtroppo senza successo. 
La relazione extraconiugale
Si scoprì che il bambino era il frutto di una relazione extraconiugale avuta dalla donna e che il piccolo non era stato riconosciuto dal marito. Gli elementi raccolti nel corso dell’attività investigativa portata avanti nelle successive settimane dagli inquirenti, consentirono di ricostruire quanto accaduto, mettendo in luce le responsabilità della coppia. 
Il delitto
Per la Procura di Ascoli che condusse le indagini, il delitto si consumò all’interno delle mura domestiche e, nonostante la coppia avesse cambiato più volte versione sull’accaduto, sarebbe stato proprio Denny, probabilmente infastidito dal pianto del bambino, a sbatterlo contro il divano e poi, con la complicità della moglie, fece in modo di disfarsi del cadavere del piccino.

Moglie e marito, dopo essere arrestati, finirono a processo e al termine del giudizio di primo grado i due genitori vennero riconosciuti colpevoli dalla Corte d’assise di Macerata dell’omicidio del bambino condannando il padre putativo all’ergastolo e la madre a 25 anni di carcere. Sentenza che fu parzialmente riformata in Appello quando i giudici ridussero a 18 anni la pena nei confronti di Katia in quanto le furono riconosciute le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti. Condanne confermate anche dalla Corte di Cassazione con la sentenza che è passata pertanto in giudicato.

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