I focolai all’istituto Bergalucci e nelle scuole di Ripatransone: emergenza senza fine

I focolai all’istituto Bergalucci e nelle scuole di Ripatransone: emergenza senza fine
I focolai all’istituto Bergalucci e nelle scuole di Ripatransone: emergenza senza fine
di Alessandra Clementi
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Lunedì 2 Novembre 2020, 04:55

ASCOLI  - Non si ferma purtroppo l’ondata dei decessi per Covid. Ieri c’è stata la prima vittima di Castel di Lama: Santino Cialini di 87 anni, era stato dimesso dall’ospedale Mazzoni dove il tampone era risultato negativo ma forse ha incubato il virus fino a condurlo al decesso a causa anche di patologie pregresse. E sono sempre gli anziani i più a rischio. All’istituto Bergalucci di Offida che ospita anziani e disabili i positivi sono saliti a dieci: sei ricoverati e quattro operatori della struttura.

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«Su indicazione e supervisione dell’Asur- scrive il sindaco, Luigi Massa - è stata allestita una zona dedicata in cui gli operatori dell’Istituto, con il supporto ed in raccordo medico con un’Unità di Continuità Assistenziale dell’Asur seguono e monitorano gli ospiti positivi che, al momento, non presentano criticità». E 31 fra docenti, studenti e personale scolastico sono risultati positivi all’Istituto scolastico comprensivo di Ripatransone. 

La situazione già critica in passato al Pronto soccorso di San Benedetto ora, con l’emergenza Covid, è diventata incandescente.

Tanto da far impugnare carta e penna a medici e infermieri e presentare un esposto all’Asur e alla Regione. E’ stato nominato nei giorni scorsi un legale al fine di redigere un esposto rivolto all’Asur regionale e all’Area vasta 5 dove vengono denunciate le difficoltà organizzative che il reparto del Pronto soccorso sta affrontando in questo periodo di pandemia. «Per il reparto di semi intensiva Covid occorre necessariamente personale dedicato e idoneo, quindi bisogna reperire medici». E’ il grido che arriva dagli operatori del Pronto soccorso che con questo esposto hanno voluto far sentire la propria voce.

Ma qual è la situazione a oggi? Nel Pronto soccorso sambenedettese operano 19 medici, di cui 12 abilitati formalmente ad aprire tutti i codici di urgenza mentre 7 sono medici non specializzati. Medici chiamati anche a intervenire presso la Medicina d’urgenza che possiede 13 posti letto oggi occupati da pazienti no Covid, oltre al Pronto soccorso (sala A e sala B), così presso l’Osservazione Breve (OBI) Covid che possiede 8 posti letto diventata semi intensiva. In questo modo gli 8 posti letto che rappresentavano la zona filtro per i sospetti Covid non ci sono più. Uno dei due medici presenti nelle sale di Pronto soccorso sarebbe quasi perennemente in assetto con tuta anti Covid presso l’Obi Covid e presso le stanza adibita all’urgenza dei pazienti in arrivo dal territorio, ne consegue che dentro le sale di Pronto soccorso rimane un solo medico per ricevere e assistere pazienti no Covid. I turni attualmente sono strutturati con due medici assegnati in Pronto soccorso di cui uno specializzato ed uno non specializzato, di conseguenza i pazienti della semi intensiva Covid vengono gestiti dagli specializzati. Attualmente un medico di Pronto soccorso specializzato è stato trasferito nella Geriatria.

Sul fronte degli infermieri sono 54, di cui 8 per ciascun turno organizzati: 2 in osservazione temporanea no Covid di cui uno espleta anche servizio di 118 pertanto quando è impegnato sul territorio rimane un infermiere in Ot, 2 infermieri nelle sale di Pronto soccorso (A e B) di cui uno espleta servizio anche con i Covid positivi che arrivano in urgenza pertanto in sala di Pronto soccorso no Covid rimane un infermiere, un infermiere espleta triage esterno, 2 infermieri al triage di cui uno è disponibile per i trasferimenti in ambulanza. Sempre al triage opera anche un infermiere del 118, in presenza qualora non sia impegnato sul territorio, 2 infermieri sono in servizio presso la semi intensiva Covid positivi con pazienti ventilati. Cosa accadrà in futuro? Entro gennaio molti dei medici non specializzati entreranno nelle varie scuole di specializzazioni per cui si abbasserà ulteriormente il numero dei medici, inoltre con l’attuale numero di medici già ne mancherebbero 5, mentre è stato creato un reparto di terapia semi intensiva con evidente e palese carenza di medici ed infermieri e tutto il quadro, secondo gli operatori, comporterebbe un evidente rischio clinico. 

C’è anche chi ha applicato il motto: “Chi fa da sé fa per tre”. Così il Comune di Venarotta a partire da questa settimana inizierà a effettuare tamponi con l’obiettivo delle 600 unità. Ogni esame costerà ai cittadini 20 euro grazie al contributo comunale e ci si potrà recare sia a piedi che in auto nel piazzale antistante il municipio. I giorni a disposizione sono giovedì e sabato a partire dalle 14.

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