«Questione di tempo ma senza la Zes da noi le aziende fuggiranno». Preoccupati i sindaci ai confini con l’Abruzzo

«Questione di tempo ma senza la Zes da noi le aziende fuggiranno». Preoccupati i sindaci ai confini con l’Abruzzo
«Questione di tempo ma senza la Zes da noi le aziende fuggiranno». ​Preoccupati i sindaci ai confini con l’Abruzzo
di Marco Vannozzi
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Martedì 2 Aprile 2024, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 07:13

ASCOLI Il rischio di fuga delle aziende nel vicino Abruzzo è reale. Cresce l'allarme per la mancata Zes nelle Marche. E il Piceno è il territorio più colpito: il confine geografico è la linea rossa. Per molte realtà ascolane la concorrenza con le aziende abruzzesi diventa così difficilmente sostenibile: a un solo chilometro di distanza ci sono condizioni economiche più vantaggiose.

Da gennaio è infatti in vigore la Zes unica per il Mezzogiorno, comprendente Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

La misura si traduce in incentivi, agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche mirate alle imprese che scelgono di investire e stabilirsi in quei territori. Si sono alzate voci di imprenditori preoccupati per la situazione. Ora tocca ai sindaci del Piceno.

I timori

Massimo Narcisi, primo cittadino di Monsampolo tuona: «Monsampolo è un Comune di confine su cui insiste uno degli agglomerati industriali (Monsampolo-Monteprandone) più grandi e importanti della Vallata del Tronto. Trovo inaccettabile la situazione venutasi a creare. Già abbiamo dovuto subire l’esclusione dal cratere sismico del 2016, con il confine a pochi chilometri da noi: ora ci troviamo con una concorrenza “sleale” al di là del Tronto, che mette in difficoltà le nostre imprese. Occorre che si faccia di tutto per estendere quei benefici e quelle agevolazioni anche a tutta la Vallata del Tronto, per evitare una fuga delle imprese che, dopo quella avvenuta ad inizio secolo per la fine della Cassa del Mezzogiorno, non possiamo più permetterci. Oggi più che mai, serve che i sindaci, le associazioni di categoria e i nostri rappresentanti politici in Parlamento facciano davvero squadra e col governo sappiano trovare le giuste condizioni».

Sulla stessa lunghezza d'onda, il sindaco di Folignano, Matteo Terrani. «Se un’azienda si spostasse di un km in linea d’aria nel vicino Abruzzo avrebbe notevoli vantaggi sul costo del lavoro riuscendo ad essere più competitiva con vantaggi economici che purtroppo noi marchigiani non abbiamo – spiega Terrani -. Il tessuto produttivo delle Marche non è più quello di un tempo. Se fino a qualche anno fa era assimilabile al Veneto, oggi si avvicina a quello di una regione del meridione. Per questo sarebbe utile raccogliere l’invito di chi opera nel mondo del lavoro al fine di evitare nuove delocalizzazioni». Anche il sindaco di Maltignano, Armando Falcioni, mostra preoccupazione.

La zona cuscinetto

«È solo la punta di un iceberg. Ci troviamo davanti a una situazione che denuncio da tempo: il confine regionale non può essere confine di Stato. Ci sono due territori socialmente e economicamente omogenei. Non ha senso una frattura così netta, la distribuzione delle agevolazioni deve esser sfumata: sarebbe utile “una zona di cuscinetto” - dichiara Falcioni -. Il mio è un grido d'allarme, è un problema per tutti: Maltignano è solo l'avamposto, ma esiste un serio rischio di esodo dalla zona industriale ascolana verso la Val Vibrata».

Il sindaco di Castel di Lama, Mauro Bochicchio, affronta la questione in generale. «In Italia sono state applicate spesso misure volte a ridurre i divari tra nord e sud – spiega -. Da qualche tempo si parla di Zes. Sarebbe opportuno porre l'interrogativo se queste abbiano colto, nel tempo, l'obiettivo prefissato e se gli strumenti messi in atto siano stati efficaci». Non nasconde timori il sindaco di Castorano, Graziano Fanesi: «Fondamentale estendere la Zes anche alla Vallata del Tronto: alcune aziende subiscono svantaggi per qualche centinaio di metri».

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