SENIGALLIA - L’avrebbero convinta a sottoscrivere un contratto per prendere in affitto una casa da 140 metri quadrati a soli 200 euro, approfittando delle sue fragili condizioni di salute. È questo il contesto accusatorio al centro del processo per circonvenzione di incapace incardinato nei confronti di un pakistano di 38 anni, residente nel Senigalliese. Lo stesso reato è contestato a un connazionale di 49 anni che, però, si è reso nel frattempo irreperibile. La sua posizione è stata stralciata.
La denuncia
Nella morsa dei due stranieri era finita una senigalliese di 60 anni, afflitta da deficit psichici e tutelata da un’amministratrice di sostegno, una sua vicina parente.
Il racconto
«Vedevamo le persone gironzolare sul terrazzo e sul cortile di casa» ha detto la parente della vittima, che come amministratrice si è costituita parte civile con l’avvocato Luca D’Antoni. «Alla fine abbiamo scoperto che tutto l’appartamento era stato affittato a 200 euro, somma che comprendeva anche l’uso del magazzino». La parente, scoperto l’inganno, aveva poi cacciato da casa i pakistani e sporto denuncia alle forze dell’ordine. Tra l’altro, quei 200 euro non sarebbero mai entrati nella disponibilità della 60enne. I due stranieri erano arrivati a lei tramite un loro connazionale. Il 38enne, l’unico a processo per ora, rigetta tutte le contestazioni. È difeso dall’avvocato Andrea Reginelli. Prossima udienza l’11 novembre.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout