Migranti, il sindaco di Ancona Silvetti: «Adesso basta, le strutture sono piene. La nostra disponibilità non è infinita»

Migranti, il sindaco di Ancona Silvetti: «Adesso basta, le strutture sono piene. La nostra disponibilità non è infinita»
Migranti, il sindaco di Ancona Silvetti: «Adesso basta, le strutture sono piene. La nostra disponibilità non è infinita»
di Michele Rocchetti
3 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Agosto 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 11:08

ANCONA «Ho parlato poco fa con il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco. Quasi 400 profughi in due mesi cominciano ad essere un dato piuttosto importante. Ancona è satura. Chiederò che alla città venga concesso il tempo necessario per defatigare la situazione». Ieri mattina era presente anche il sindaco Daniele Silvetti, insieme al prefetto Darco Pellos e al questore Cesare Capocasa, allo sbarco in porto dei 106 migranti salvati in due diverse operazioni di soccorso nel cuore del Mediterraneo dalla nave Ong Humanity.


Lo sbarco

Sbarco avvenuto alla banchina 19 intorno alle 11,30. «Dalle verifiche – ha riferito Silvetti – non sono emerse emergenze di tipo igienico sanitario, solo qualche caso di dermatite».

La maggior parte dei migranti era però senza scarpe, che sono state fornite loro appena scesi sulla banchina, dove, sotto l’ombra dei gazebo allestiti dalla Protezione civile, è avvenuta una prima parte della vestizione. La seconda è stata effettuata al Palabrasili di Collemarino, in cui si sono svolte anche tutte le pratiche amministrative, dove sono stati trasportati a bordo di due pullman turistici. 

Il coordinamento

I primi a mettere piede a terra, dopo circa una settimana di navigazione, sono stati 19 minori non accompagnati, seguiti dalle mamme con i propri figli (29 in tutto i minori presenti, due dei quali neonati) di cui una in cinta di 6 mesi. Poi è stata la volta degli uomini, quasi tutti provenienti, come anche le donne e i bambini, dall’Africa sub sahariana. Il tutto si è svolto senza particolari problemi nel giro di un paio d’ore. «Al sesto sbarco possiamo dire che la macchina organizzativa è ormai oliata – ha affermato il dirigente regionale della Protezione civile Stefano Stefoni -. Tra l’altro lo spostamento degli sbarchi dal molo 22, che era molto trafficato, al 19, dove le attività portuali sono più ridotte, ci consente di effettuare il montaggio delle strutture di accoglienza in anticipo, mentre la messa a disposizione da parte del Comune del Palabrasili evita di dover sbrigare le pratiche amministrative in mezzo al pontile». Il problema è che il palazzetto dello sport di Collemarino è utilizzabile soltanto fino alla fine di questa settimana. «A settembre, con la ripresa delle attività sportive ed educative, si verrebbero a creare delle difficoltà logistiche difficilmente superabili» ha spiegato il sindaco di Ancona. Ma il problema maggiore resta quello della limitatezza degli spazi di accoglienza, tanto che dei 106 migranti sbarcati ieri, soltanto un minore di 14 anni resterà ad Ancona, in una comunità educativa dove si è liberato un posto per un mancato rientro. Gli altri saranno redistribuiti all’interno della regione. «Non ci sottraiamo ai doveri dell’accoglienza - ha detto Silvetti - ma le strutture sono sotto pressione perché oltre all’ordinario devono gestire lo straordinario. La città sta dando un grande contributo, che però non vorremmo fosse preso come disponibilità all’infinito. Abbiamo le strutture già occupate oltre misura. Riusciremo a gestire questa emergenza sociale ancora per poco».

© RIPRODUZIONE RISERVATA