Ancona, il sindaco Silvetti apre alle zone 30: «Guasco, via della Loggia qui si correrà di meno»

Ancona, il sindaco Silvetti apre alle zone 30: «Guasco, via della Loggia qui si correrà di meno»
Ancona, il sindaco Silvetti apre alle zone 30: «Guasco, via della Loggia qui si correrà di meno»
di Andrea Maccarone
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Giovedì 25 Gennaio 2024, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 09:01

ANCONA La viabilità è uno degli asset su cui l’attuale amministrazione comunale si dovrà misurare lungo il mandato quinquennale. Il tema salito alla ribalta dell’attualità: le zone 30. Il sindaco Daniele Silvetti non ha nascosto aperture in tal senso. Tanto che martedì pomeriggio è stato raggiunto da una telefonata del collega Matteo Lepore, primo cittadino di Bologna (casacca Pd). «Ha probabilmente letto le mie dichiarazioni in merito e ha voluto confrontarsi su alcuni aspetti» ha specificato Silvetti. «Ma Bologna non è il nostro modello» ha replicato netto il vice (e assessore alla Mobilità) Giovanni Zinni. Dunque: zone 30, sì o no? «Non c’è un preconcetto ideologico» premette Silvetti, che comunque si è già espresso favorevolmente. Tutto sta a capire dove e come attuarle. Un primo step: il Pums. «Entro febbraio approveremo il Piano urbano della mobilità sostenibile - spiega Silvetti - è in quel documento che si scioglieranno alcuni nodi».


La vision 

Il sindaco ha ben chiaro l’utilizzo delle aree a velocità ridotta «che dovranno essere inserite nell’ambito di una visione più ampia e omogenea della viabilità cittadina».

Un’ottica di sistema che dovrà fare leva «sulle ztl, su una nuova mobilità che dovrà servirsi di sensi unici dove oggi non sono previsti. E magari togliere qualche semaforo». Bene, lo scenario in cui andranno ad innestarsi le zone 30 è chiaro. Non resta, però, che individuare concretamente le zone della città dove applicare il correttivo alla viabilità. Il sindaco la prende larga: «Un ragionamento va fatto nella parte della città antica dove, tra strettoie e marciapiedi, il traffico necessita di essere regolamentato in qualche modo». Poi, con più certezza, approfondisce: «Senza dubbio in prossimità delle scuole». «Laddove, però, non si tratti di un’area ad elevata intensità di traffico - puntualizza Zinni -. Non vogliamo congestionare ulteriormente le vie della città, andando ad incrementare la produzione di smog». 

Le considerazioni 

Silvetti immagina, seppure siamo sempre sul piano delle valutazioni embrionali, di intervenire con le zone a velocità ridotta in due quartieri chiave del centro città: «Il colle Guasco e Capodimonte» afferma. Poi con la mente scivola verso il porto e individua un’area specifica: «Via della Loggia - puntualizza - lì sono i cittadini stessi a chiederci di fare qualcosa e la zona 30 potrebbe essere una soluzione». Una misura tanto necessaria, in alcune aree della città, quanto difficile da attuare. «Ci sono delle prescrizioni precise da rispettare - spiega Silvetti. Fermo restando che il suo vice, Zinni, assicura che saranno a dir poco centellinate: «Cercheremo di non abusarne». Ad oggi esiste solo una zona 30 in città e si trova a Passo Varano dall’ intersezione con via Ave Ninchi fino al parcheggio Stazione stadio. Mentre sotto le gallerie (San Martino e Risorgimento) vige il limite di velocità di 30 km/h. 

Le ciclabili 

La necessità di una zona 30 a Passo Varano, già operativa, nasce in conseguenza al progetto “Biciclettiamo Ancona” in cui si prevede la pista ciclabile dalla Stazione stadio fino al polo universitario di Monte Dago. Altri sistemi per incentivare una riduzione della velocità possono essere i dossi «ma l’applicazione di questi dispositivi sono attinenti alle caratteristiche morfologiche delle strade - precisa Silvetti -, ad esempio in discesa non possono essere installati». Tutte strategie che troveranno la loro collocazione nel Pums, prima che nelle strade cittadine. Non rimane che aspettare un mese e poco più per delineare un quadro più preciso.

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